© archivio Hans Kammerlander

 

Il 3 maggio 1996 un uomo scende dalla vetta della montagna più alta del mondo. Più precisamente sul versante tibetano. È la prima discesa con gli sci dalla cima dell’Everest, anche se dovrà toglierli in un tratto per mancanza di neve. Hans Kammerlander è passato alla storia come il primo uomo a sciare il tetto del mondo. Ci avevano già provato in diversi, tra i quali Afanassieff e Jaeger nel 1978 e Tardivel nel 1992, tutti sul versante nepalese. Ma nessuno riuscì a partire dalla vetta ed erano stati aiutati dall’utilizzo delle bombole di ossigeno. Dopo di Kammerlander ci proverà lo sloveno Davo Karničar, nel 2000, riuscendo ad arrivare fino al campo base del versante nepalese senza togliere gli sci. Kammerlander ha fatto registrare il record (mai battuto) di salita dal versante tibetano, di 16 ore e 45 minuti, chiudendo salita e discesa in meno di 24 ore, senza ossigeno. 

L’alpinista altoatesino compagno di Messner su sette ottomila è tornato sulla sua discesa in occasione dell’incontro Alpinismo di Vita, organizzato da Sport Specialist nel negozio di Bevera (LC) lo scorso 9 luglio. Insieme a lui anche l’alpinista polacco Krzysztof Wielicki  e Simone Moro. «Per la salita ho puntato sulla massima leggerezza possibile, pensando ad arrivare in vetta senza fermarmi ai campi: l’obiettivo era di provarci se le condizioni fossero state favorevoli oppure di rinunciare lungo il percorso, però così ho potuto evitare di portare tenda, sacco a pelo e altra attrezzatura che avrebbe reso molto più pesante lo zaino». Kammerlander ha svelato che il peso dello zaino era di poco inferiore ai cinque chili inclusi gli sci e che la percentuale più alta era dovuta ai liquidi. «Quando sono arrivato in cima ero stanchissimo e il momento in cui ho visto le punte degli sci sporgere oltre la cresta è stato probabilmente il più intenso della vita». La discesa richiederà circa sei ore. «Non è stata proprio una sciata, ma una scivolata a valle con gli sci, a causa delle condizioni e della stanchezza» ha ammesso Kammerlander, che ha ricordato anche la sua discesa dal Nanga Parbat nel 1990. «Ho sempre pensato a sciare gli ottomila ma finché ero il compagno di Messner era impossibile perché lui non era uno sciatore ed era il capo spedizione, così quando Reinhold ha raggiunto il suo obiettivo, ho iniziato ad andare in Himalaya con gli sci». 

Kammerlander, già Maestro di sci, è arrivato allo sci ripido ispirandosi a Heini Holzer. Dopo l’Everest scierà anche su altre nevi himalayane: quelle del Broad Peak da quota 7.000; quelle del Kangchenjunga da quota 7.500; quelle del K2 nei primi 400 metri dalla vetta. Rimane ancora qualcosa da inventarsi per il futuro? «Ci sarebbe da provare a sciare tutti i 14 ottomila, ma è difficilissimo perché se cadi non soffrirai mai più di mal di denti» ha concluso Kammerlander.