«Esiste forse uno stile più logico ed elegante del partire dal fondovalle, scalare una o più montagne e tornare al punto di partenza con il minimo materiale indispensabile, in un solo, rapido, assalto? In questo stile la velocità rappresenta ovviamente una componente essenziale: senza di essa non sarebbe possibile fare cosi tanto dislivello. Senza di essa non si avrebbe la sensazione di cavalcare le montagne. Pur condividendo la ricerca della rapidità, gli approcci a questo tipo di salite sono molto differenti a seconda che si parta dal lato trail running oppure da quello alpinistico. A creare confusione, al di là delle basi culturali, è proprio la disciplina in sé: per la metà del tempo si corre su sentieri, per lʼaltra metà si scalano vie alpine. Nella prima parte della giornata si starebbe quindi bene in scarpette, pantaloncini e canotta; nella seconda ramponi, piccozze e friend diventano fondamentali per la riuscita». Scrive così Denis Trento a proposito delle salite alpinistiche in velocità. Una valutazione filosofica sull’andare veloci, con tanto di excursus storico, per introdurre le uscite fast & light realizzate la scorsa estate in compagnia di Robert Antonioli. Uscite veloci, sì, ma con tutta l’attrezzatura necessaria. «Come Guida alpina non posso prescindere dallʼavere con me attrezzatura alpinistica adeguata e di autosoccorso, con qualche piccolo adeguamento magari sul materiale delle talloniere dei ramponi o sui millimetri della corda».
Denis Trento e Robert Antonioli la scorsa estate hanno salito l’Innominata al Monte Bianco, hanno percorso la cresta di Rochefort e traversato le Grandes Jorasses e toccato Lyskamm, colle del Lys, punta Dufour e punta Zumstein nel gruppo del Monte Rosa.
L’articolo completo è su Skialper 124 di giugno-luglio.