Le sterminate distese di sabbia e le gelide onde di Ocean Beach, a San Francisco, hanno qualcosa di catartico. E il gesto simbolico di Rickey Gates, che qui ha chiuso il primo agosto del 2017 la sua corsa da costa a costa degli Stati Uniti e da qui il primo novembre del 2018 è partito per il progetto Every Single Street, un’ultra-maratona per toccare ogni singola strada di San Francisco, è stato premonitore. O forse profetico. Passare dalle immense distese di uno dei Paesi più grandi del mondo alle 49 miglia quadrate di una città di poco meno di un milione di abitanti assume un significato ancora più profondo ora che, a causa delle restrizioni dei lockdown e delle conseguenze dell’era Covid, abbiamo riscoperto tutti una dimensione più local. E l’hashtag #everysinglestreet, oltre che un cortometraggio della Salomon TV, è diventato virale, con seguaci in ogni parte del mondo. Per correre dalla South Carolina a Ocean Beach, Rickey Gates ha coperto 3.700 miglia (poco meno di 6.000 chilometri), per raggiungere tutte le strade di Frisco, come i local chiamano la città del Golden Gate, 1.317 miglia (poco più di 2.100 chilometri) e 147.000 piedi di dislivello, quasi 45.000 metri.
Dopotutto in sette miglia per sette miglia ci sono ben 1.100 miglia (1.770 chilometri) di strade e per percorrerle tutte, anche se sei efficiente al massimo, devi coprire alcuni tratti più volte. «Correre su ogni singola strada di San Francisco in 45 giorni è stato come fare un’ultra ininterrotta tra le montagne, perché non puoi mai staccare con la testa, devi essere sempre concentrato e il dislivello è importante – dice Rickey – Però per altri versi è molto diverso, perché la nostra idea di trail running è spesso legata alla fuga, è semplicemente esistere in un posto e non essere perfettamente presenti e consapevoli in quel luogo: correre per le strade della città è l’opposto di fuggire». Ed è un rompicapo degno del cubo di Rubik, al quale si stanno appassionando centinaia di adepti che si ritrovano su citystrides, dove è possibile tenere traccia di tutte le strade percorse collegando il proprio account Strava o di altri servizi simili. «Si tratta di risolvere il problema del postino cinese e, si badi bene, non quello del postino americano. È un problema classico della matematica che consiste nel tracciare un percorso per raggiungere ogni lato di una strada e non semplicemente ogni indirizzo a cui va consegnato un pacco». Un problema di difficile soluzione pratica se è vero che Gates ha cercato di risolverlo elaborando un algoritmo con l’amico Michael Otte e alla fine ha dovuto ripiegare su un più empirico metodo fatto di mappe da tracciare con penne colorate. «È incredibile, sei in un quartiere e dici ancora un po’ e ho finito, e invece ti prende tutta la giornata». Every Single Street è la sfida e l’avventura dietro casa, dove non avresti mai immaginato. «Probabilmente ora è il momento migliore per partire alla scoperta della propria città, siamo uomini e il viaggio è nel nostro DNA, ecco perché accettare con curiosità la sfida è quello che abbiamo bisogno durante questi momenti di restrizioni».
Naturalmente correre a Frisco non è esattamente come farlo in qualsiasi dannata città o cittadina, perché San Francisco, come dice Rickey dopo averne percorso in lungo e in largo tutte le strade, compresa Gates Street, è il mondo. «Per me correre è sempre stato un mezzo, per incontrare le persone, per conoscere i luoghi o me stesso: ci sono stati tempi in cui il cronometro mi motivava, ma ora a 39 anni la corsa è diventata molto di più e farlo in una città densamente popolata ti porta in contatto con volti, odori, rumori. Siamo creature abbastanza semplici, le persone vogliono solo un po’ di attenzione, che le guardi e che sorridi con loro e correre nella città ti mette nelle condizioni di andare in profondità nel concetto di empatia, di cercare di dare a ogni persona che incontri la stessa importanza, come se fossimo tutti nello stesso orologio e vivessimo allo stesso livello momenti ed emozioni». Correre in città è uno stimolo incredibile per la curiosità, quella stessa curiosità che ci muove verso obiettivi impensabili. Rickey Gates, correndo per le strade di Frisco, si è preso i ritmi e i tempi per fermarsi e curiosare, scattando migliaia di fotografie. Ci sono raccolte con titoli curiosi, come per esempio la scritta Jesus saves, i cartelli di animali domestici persi o le decine di Karmann Ghia, ma anche temi più seri come i tanti barboni che dormono per strada. «Alcune cose hanno attirato la mia attenzione come mai prima: Jesus saves l’ha scritto la stessa persona, su alcune strade vicine, mi sono divertito a immaginarlo seduto sull’asfalto a tappezzare l’asfalto di quella scritta; la Karmann Ghia è la macchina sportiva più sexy di sempre e il mio furgone VW del 1974 ha un motore molto simile».
Correndo su ogni dannato chilometro di asfalto o di sterrato di una città diventi anche la migliore guida di quel luogo. E sai che a Frisco non puoi non fare un salto a Bernal Heights, dove ci sono dei murales e si vede dall’alto la skyline, o a Bayview, zona afro-americana perfetta per una soul session o un BBQ. «Quando esco a correre mi porto dietro qualcosa da mangiare, ma una delle piccole gioie di Every Single Street è stata mangiare cinese, messicano, arabo, provare il cibo di El Salvador: peccato che i migliori ristoranti etiopi siano fuori dalla città, a Berkeley e Oakland». C’è un altro aspetto di Every Single Street nel quale Gates è stato profetico: correre con una mascherina FFP2. Quando l’ho visto in una fotografia non volevo crederci: «C’era un grande incendio a circa 100 miglia di distanza, il risultato di una cattiva gestione delle foreste e della siccità. Spesso le città si credono lontane dalle calamità naturali e così ho pensato che fosse importante sperimentare la vibrazione di San Francisco durante questo periodo e l’unico modo per farlo era indossare una maschera. Non è così male, è difficile solo se vai forte, ma non faceva parte dei miei piani». Forse non ci voleva il Covid per riscoprire l’avventura in città e Rickey l’aveva capito in anticipo, ma dopo la pandemia la vita sarà la stessa e soprattutto, le città saranno ancora così popolate? «Penso che il mondo non tornerà mai più all’era pre-Covid e che sia un bene; avevamo bisogno di un tasto con scritto su pausa, anche se naturalmente sono addolorato per tutte queste morti. Credo che nelle città succederà quello che è successo al tempo della prima White Fight negli anni ’50 quando sono diventate un luogo più sicuro per gli afro-americani e i bianchi che potevano permetterselo si sono trasferiti nelle vicinanze, perché la minaccia di essere troppo vicini agli altri è un’autentica paura, però siamo un Paese in crescita demografica e anche le piccole città stanno crescendo, così la differenza tra i luoghi è sempre minore». L’idea di Rickey è diventata matura e ora c’è un sito interamente dedicato a Every Single Street con resoconti da tutto il mondo. E lui non abita più a San Francisco, ma a Santa Fe, nel Nuovo Messico, dove ha replicato il progetto. «È stato simile e diverso allo stesso tempo, simile perché è un modo per conoscere meglio un posto, diverso perché sono due città diverse. Santa Fe ha una lunga storia di poche persone che hanno combattuto per la terra e il potere, gli indiani Pueblo, gli spagnoli e gli americani, e questa tensione la senti ancora.
Ci sono strade pubbliche dove non sei benvenuto, perché chi abita lì le sente come proprie e ti lanciano contro i cani o chiamano la polizia». Se uno che ha corso a San Francisco lo ha fatto anche in tutte le strade di una sonnolenta cittadina del Sud inseguito da cani e polizia, allora ognuno di noi può provare a farlo a casa propria. Io ho iniziato subito dopo avere scritto questo articolo.
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