Nord del Disgrazia ed Est dell'Aiguille Blanche in sci, 30 anni dopo
Una primavera mai così ricca di precipitazioni a ripetizione da molti anni a questa parte ha impastato progressivamente neve su pendìi ripidi che di solito non ne accettano a sufficienza. Si sono così create in questo periodo quelle condizioni che permettono ai (pochi) corteggiatori del vero estremo le discese in sci che restano impraticabili per anni ed anni. E in pochi giorni sono caduti due tabù.
AIGUILLE BLANCHE DE PEUTEREY, PARETE EST – Il 23 aprile due sciatori, Luca Rolli e Francesco Civra Dano, e due snowboarders, Davide Capozzi e Julien Herry, hanno sciato sulla parete Est dell’Aiguille Blanche de Peuterey (4112). Dopo qualche raro tentativo di ripetizione negli anni, date anche le difficoltà di approccio attraverso un ghiacciaio complicato come la Brenva, solo in questo aprile è stata quindi ripetuta la discesa di Stefano De Benedetti del giugno 1984: ben 29 anni fa. Si scia su una ‘parete che non c’è’, come lo stesso De Benedetti l’aveva battezzata, intitolando così il film realizzato nell’occasione. Solo in particolarissimi momenti si aggancia neve a sufficienza, e sufficientemente legata. Si identifica allora una linea di 700 metri di discesa continua attorno ai 50°, comunque sempre molto esposta e costellata di affioramenti rocciosi.
MONTE DISGRAZIA, PARETE NORD – Sempre a quasi 30 anni dalla prima storica discesa di Bianco Lenatti, lo scorso 25 aprile Davide Terraneo, Mattia Varchetti e Matteo Tagliabue (collaboratore di Skialper), hanno sciato la Nord del Disgrazia (3678). 500 metri oltre i 50°, di cui la prima metà espostissimi sul seracco mediano superato con due doppie (chiodi e poi abalakov) nella goulotte laterale di misto a 70° della salita classica.
Anche nel loro caso il fascino e il brivido stanno forse in quei trent’anni, più ancora che nella difficoltà, nell’esposizione e nell’isolamento dei luoghi.