Primo nell’individuale davanti a Kilian Jornet e Anton Palzer

Il gran giorno di Damiano Lenzi. Voleva mettersi alle spalle gli ultimi mondiali a Verbier, voleva dimostrare che nelle ultime prove di Coppa del Mondo le vittorie erano sue. Cattivo, sportivamente parlando, quasi in trance agonistica. Eppure ha saputo reggere la pressione nei momenti critici della gara, quando ha perso uno sci sulla terza salita o quando è scivolato nell’ultima discesa. Ha giocato d’esperienza, ha ‘lasciato’ che Kilian Jornet recuperasse i quasi trenta secondi di vantaggio conquistati sulla prima salita presa a ‘fuoco’. «Una gara tosta – conferma il Lence – ne avevo e ho attaccato subito, prima Palzer e soprattutto poi Kilian sull’ultima salita mi hanno ripreso, ma non ho perso la concentrazione, sulla lunga discesa, in falsopiano, ho fatto valere il mio passato di fondista e ce l’ho fatta». Campione del mondo nell’individuale alla rassegna iridata dell’Alpago, Una prova davvero insidiosa, c’è la nebbia, una leggera pioggerellina, la visibilità è quella che è, e le discese sono complicate. Eppure ce l’ha fatta, al comando sino al penultimo cambio ha subito la rimonta di Kilian Jornet che nell’ultima salita ha preso e superato Palzer e poi è arrivato da Lenzi. Lotta serrata in discesa, quasi un fotofinish tra il piemontese e il catalano. Ma la medaglia d’oro è azzurra, secondo Kilian, terzo Palzer. Ma tutta l’Italia c’è. Quarto Matteo Eydallin, che è arrivato ad un passo dall’aggancio al trio di testa. «Ma ne avevano di più – scherza Eyda – la medaglia di legno va bene per accendere il fuoco della stufa?». E poi Robert Antonioli, quinto: era nel gruppone in avvio, addirittura intorno alla ventesima posizione, poi nelle discese ha fatto il Robert Antonioli. Dodicesimo Michele Boscacci.