Due medaglie d'oro nella staffetta
Ultima giornata di gare ai Mondiali di sci-alpinismo. Se il percorso della staffetta è disegnato come si deve, lo spettacolo davvero non manca. La zona è quella di Champsec, la stessa della sprint: dopo il lancio, una salita lunga, con un decina di inversioni, prima del cambio assetto. Discesa, nuovo cambio, altra salita, prima del tratto a piedi dove inizia la seconda discesa, con tratto finale piuttosto lungo a skating. Se poi le scuole sono chiuse per l’occasione e i bimbi sventolano le bandierine il contorno è assicurato. E l’Italia chiude in bellezza con altri due ori che la proiettano in testa al medagliere.
GIOVANI – Alla fine è stata più facile del previsto. Al lancio la svizzera Marianne Fatton, vincitrice della sprint, cerca e trova il break sulle avversarie. Ma Alba De Silvestro riesce comunque a dare il cambio ad Andrea Prandi in seconda posizione. Il giovane valtellinese recupera e passa l’elvetico Julien Ançay che poi viene fermato per la squalifica della Svizzera per un taglio porta della Fatton. Il margine sulla Francia è consistente e Davide Magnini amministra senza problemi il vantaggio, andando a chiudere in solitaria al primo posto. Piazza d’onore per la Francia a 1’44", terza la Spagna a 3’15".
GARA FEMMINILE – L’annunciato dominio francese ha vacillato davvero. La svizzera Séverine Pont Combe ha chiuso una grande prima frazione, seguita dalla spagnola Claudia Galicia Cotrina con Axelle Mollaret in ritardo, seguita da Elena Nicolini. Anche nel secondo giro le cose non sono cambiate, anzi. Jennifer Fiechter ha aumentato il margine su Marion Maneglia. Al cambio sembrava fatta, con Maude Mathys prima con quasi due minuti su Laetitia Roux: invece la francese ha fatto il capolavoro, andando a prendere la svizzera nel tratto a piedi per poi lasciare la amica-rivale in discesa. Prima la Francia, piazza d’onore per la Svizzera, terza la Spagna che è riuscita a tener dietro di 30 secondi l’Italia che nelle ultime frazioni ha schierato Katia Tomatis e Martina Valmassoi.
PROVA MASCHILE – Che gara. Pronti-via e il tedesco Rottmoser detta il ritmo, ma Bon Mardion ne ha di più. Lo riprende, lo passa in salita e fa la differenza in discesa. I francesi al cambio sono saldamenti primi, Rottmoser è secondo, l’austriaco Martin Weisskopf un po’ a sorpresa terzo, l’Italia con Eydallin sesta a mezzo minuto. Sevennec resta al comando, ma la Svizzera trascinata da Ecouer dimezza lo svantaggio, con Lenzi che porta sotto l’Italia al terzo posto. Tocca a Gachet per la Francia, ma dietro Anthamatten e Boscacci fanno un garone. ‘Bosca’ riesce anche a passare lo svizzero che si riprende la posizione nel tratto a piedi. All’ultimo cambio Francia ancora prima, ma con soli 11 secondi sulla Svizzera e 13 sull’Italia. Blanc, Marti e Antonioli si giocano la medaglia. In salita Marti tira di più, al cambio Blanc ha davvero ormai pochi secondi da gestire. Antonioli torna sotto e al nuovo cambio esce per primo con la sua solita rapidità. L’orgoglio di Blanc lo porta ancora davanti nella salita che precede il tratto a piedi. Ma l’azzurro vola come un camoscio anche senza sci. Al cambio prima della discesa finale è lui davanti. Arriva il suo pane: quattro curve, un mezzo salto. La medaglia è in cassaforte. Spinge anche sul piano e arriva tutto solo a braccia alzate. Azzurri primi, Francia d’argento a quasi sei secondi, Svizzera terza che perde la volata di due secondi. Quarta la Spagna (con Kilian ultimo frazionista), poi l’Austria e la Germania (con Palzer, ultimo frazionista che perde una posizione per un problema al ginocchio).