La Sportiva a doppia cifra nel 2021

Fatturato in crescita del 28% e ricavi oltre il 30%: si chiude in doppia cifra il 2021 dell’azienda di Ziano di Fiemme, con previsioni per il 2022 di un + 10%-15% (nel momento in cui il 60% degli ordini sono in casa). In considerazione degli straordinari risultati ottenuti, l’azienda ha deciso di distribuire un premio di produzione straordinario, per un totale di 650.000 euro. A consolidare l’importanza di questo traguardo è arrivata anche la nomina del presidente Lorenzo Delladio, amministratore delegato e presidente de La Sportiva a imprenditore dell’anno nella categoria Consumer & Retail da parte una giuria di esperti di Ernest & Young Global Ltd. 

A trainare la crescita il segmento trail running, che per la prima volta ha superato, per volume di vendite, quello delle scarpette da arrampicata, prodotto simbolo di La Sportiva (premiato con la medaglia olimpica di Alberto Ginés López a Tokyo). La sportiva impiega oltre 400 persone nello stabilimento principale di Ziano di Fiemme e nel piano industriale per il nuovo anno sono previsti dieci milioni di investimenti in nuovi spazi per la logistica e in macchinari avanzati anche in termini di sostenibilità, così come nuovi posti di lavoro e assunzioni di figure manageriali. Il marchio è presente in 87 Paesi al mondo e con una quota di export che supera l’82%.

«Il successo di La Sportiva è maturato grazie a tutti i nostri collaboratori, nessuno escluso. Gli ultimi due anni hanno richiesto scelte rapide e consapevoli, non sempre semplici da mettere in atto - ha detto Delladio - A inizio pandemia, quando sono stato costretto a fermare le linee produttive, l’obiettivo era salvare più posti di lavoro possibili. Oggi possiamo non solo confermarli, ma premiare ogni collaboratore come merita. Ognuno di noi ha dovuto cambiare le proprie abitudini quotidiane, in certi casi anche il modo di lavorare, per far fronte ai mutamenti dovuti alla pandemia ed anche alla positiva reazione che il mercato outdoor ha avuto in questi due anni, generando una forte domanda. Credo che oltre alla cifra assegnata in sé, questo premio abbia un valore ancora più significativo se pensiamo che la nostra è un’azienda fatta prima di tutto di persone. Siamo ormai oltre 420 all’interno di un piccolo territorio del Trentino: una comunità che in La Sportiva continua a trovare un punto di riferimento».


Garmin lancia inReach Mini 2

Il colosso americano della navigazione GPS ha annunciato oggi la seconda versione di inReach Mini, il dispositivo di comunicazione e messaggistica satellitare molto diffuso tra appassionati outdoor e professionisti grazie alle dimensioni ridotte e al peso light (10 x 5 cm x 100 gr). In pratica un dispositivo tascabile per comunicare via sms, via e-mail e in grado di inviare messaggi di SOS geolocalizzati. 

Le principali novità riguardano la funzione TrackBack, per guidare l’escursionista sui propri passi e tornare in sicurezza al punto di partenza e la compatibilità con Garmin Explore Mobile, l’app di Garmin dedicata alla gestione di punti, tracce e percorsi direttamente dal proprio smartphone. Garmin Explore Mobile consente anche di digitare rapidamente messaggi dal proprio smartphone che verranno poi inviati da inReach Mini 2, scaricare una varietà di mappe e rivedere i propri viaggi. Ancora più tempo di utilizzo grazie ai suoi 14 giorni di autonomia nella modalità di rilevamento posizione ogni 10 minuti. È possibile prolungare la durata fino a 30 giorni impostando una frequenza di campionamento ogni 30 minuti. Il Mini è ora dotato di bussola elettronica, ancora più precisa e fondamentale per conoscere la direzione del Nord e quella della propria destinazione anche quando non si è in movimento. Per localizzare la posizione, oltre alla rete satellitare GPS, inReach Mini 2 si appoggia alle costellazioni GALILEO, QZSS e BeiDou riducendo così i tempi di acquisizione del segnale e garantendo un’elevata precisione e affidabilità anche nelle condizioni ambientali più sfavorevoli.

La rinnovata interfaccia utente di Garmin inReach Mini 2 consente di monitorare gli aggiornamenti sulla posizione, gli avvisi meteo e i messaggi ricevuti in modo ancora più semplice e intuitivo. Con la nuova ‘visualizzazione rapida’ è possibile scorrere i widget del dispositivo per rivedere velocemente i tool più importanti. Con il set di feature di inReach Mini 2 si può contare sull’invio e la ricezione di sms ed e-mail, sul rilevamento della posizione e su accurati report meteorologici, il tutto garantito dalla rete satellitare globale Iridium. Inoltre, in caso di emergenza, gli utenti inReach Mini 2 possono attivare un messaggio di SOS interattivo indirizzato direttamente a Garmin IERCC, il centro di coordinamento internazionale di emergenze attivo 24 ore su 24, 7 giorni su 7.

inReach Mini 2 costa 399,99 euro. Per comunicareè necessario sottoscrivere un piano di abbonamento. I piani disponibili sono molteplici e si rivolgono a privati e professionisti, con opzioni mensili flessibili o un pacchetto annuale, a partire da 14,99 euro al mese.

www.garmin.com/it-IT  


Il primo febbraio aprono le pre-iscrizioni al TOR330

Appuntamento da domani alle 12 fino alla mezzanotte del 14 febbraio per le pre-iscrizioni al TOR330 2022. Il kick off sarà preceduto da un evento in streaming sulla pagina Facebook e il canale YouTube della manifestazione nel quale verrà presentato il nuovo manifesto, opera dell'artista Francesco Bongiorni come l'anno scorso.

Dopo avere aggiunto negli anni altre gare al tradizionale Tor des Géants, il TOR450 – Tor des Glaciers, il TOR130 – Tot Dret ed il TOR30 – Passage au Malatrà, il Tor ora guarda oltre. Con queste e altre gare intorno al mondo nasce la TORX eXperience, un sistema di competizioni accomunate dall’esperienza e dai valori del TORX. Diretta conseguenza TORX eXperience sono i PAX, pettorali dedicati esclusivamente a chi ha concluso una gara TORX ed eXperience: essere finisher significa avere i numeri per provare a concludere il TOR330 - Tor des Géants. Grazie al nuovo sistema dei PAX è possibile sognare la sfida delle sfide dell’anno successivo senza passare dal sorteggio.

Ogni anno viene messo a disposizione per il TOR330 un numero limitato di PAX dedicati esclusivamente a chi ha concluso una gara TORX® eXperience: quest’anno sono disponibili 200 PAX per i finishers del TOR130 – Tot Dret e 100 PAX per quelli del GTC100, il Gran Trail Courmayeur. Il numero di PAX è destinato a crescere, per una TORX® eXperience di respiro mondiale con nuove gare che si aggiungeranno.


Arrivano i caschi Backland di Atomic

Un casco unico per scialpinismo, ciclismo e arrampicata? È l’idea che c’è dietro ai nuovi Backland che vanno a completare l’omonima gamma di Atomic. Presentati ieri in anteprima alla stampa e oggi ai negozianti, i Backland saranno in vendita dalla prossima stagione invernale e puntano tutto su funzionalità e innovazione. Su due dei tre modelli, Backland UL CTD e Backland CTD, è disponibile anche la tecnologia Shocksense Connected (CTD), controllabile tramite app, che misura gli impatti del casco, ne monitora le condizioni e trasmette avvisi SOS in caso di emergenza. La sicurezza conta sulla costruzione Holocore e sul sistema AMID (Atomic Multi-Directional Impact Deflector) che, secondo quanto dichiarato dalla casa austriaca, garantisce fino al 40% di protezione in più rispetto agli standard del mercato. La costruzione è in Hybrid EPP in-mold e c’è il fissaggio anteriore per la lampada, un pratico sistema per tenere ben ferma la maschera quando non copre gli occhi e due cinturini elastici laterali che aiutano a renderla ancora più stabile. Il sistema intelligente 360* Fit System permette la regolazione su ogni asse. Oltre a Backland UL CTD (pensato per gli atleti) e Backland CTD (modello allround), ci sarà anche Backland, senza tecnologia Shocksense. 


Dal 25 gennaio torna il Banff Mountain Film Festival

Arrivano in Italia i migliori film di avventura, montagna e sport outdoor del mondo. A partire da martedì, con l’appuntamento di Milano, il Banff Centre Mountain Film Festival World Tour presenterà nei cinema di 26 città italiane una selezione di medio e cortometraggi dedicati alla montagna, all'avventura e all’esplorazione. L’edizione 2022 del festival itinerante coincide anche con il decimo anniversario della rassegna in Italia. Il festival è nato nel 1976 e si tiene ogni anno il primo fine settimana di novembre a Banff, Alberta, Canada; da allora il progetto è diventato globale con un circuito internazionale – il World Tour – di eventi annuali in oltre 500 città e 40 paesi in tutto il mondo, e anche quest’anno sarà presentata una selezione unica di film d'azione, ambientali e d'avventura, per viaggiare verso paesaggi mai visti e culture remote. 

Primo appuntamento con la serata inaugurale del 25 gennaio al The Space Cinema Odeon di Milano, per poi proseguire in diverse città italiane come Roma, Genova, Torino, Bergamo e Firenze. L’edizione 2022 presenta una selezione di 10 tra i migliori corto e medio metraggi, in lingua originale con sottotitoli in italiano. Tra i titoli, Inside a Hole Ski Experience, con immagini di sci in una grotta, Link Sar, sulla prima salita della montagna del Karakoram, e The Ultimate Run di Markus Eder. I biglietti sono acquistabili online. 


Arriva Garmin epix con display AMOLED

Lo scorso 18 gennaio Garmin ha annunciato l’arrivo di un nuovo smartwatch sportivo: epix. Oltre alla collaudata esperienza d’uso del marchio americano, con tante funzionalità per l’allenamento e lo sport outdoor, epix ha un nuovo e interessante display AMOLED da 1,3 pollici always-on e durata della batteria fino a 16 giorni. epix è già disponibile presso tutti i rivenditori ufficiali Garmin a partire da 899,99 € nelle versioni Slate Stainless Steel, Carrera White Titanium e Black Carbon Gray DLC Titanium, con cinturino in silicone a 999,99 €. Ecco le principali caratteristiche del nuovo smnartwatch.  

Stile e tecnologia 

Pensato per l'uso quotidiano, epix è curato nel dettaglio con un design riconoscibile e assemblato con materiali ricercati e di qualità come nelle versioni con vetro zaffiro e il titanio, o nei modelli con lente in cristallo rinforzato e acciaio inossidabile. La versione Slate Stainless Steel presenta una lunetta in acciaio con lente Corning® Gorilla® glass a protezione del display. Le versioni Carrera White Titanium e Black Carbon Gray DLC Titanium con cinturino in silicone offrono l’ultra resistenza e la luminosità del vetro in zaffiro. L’interfaccia grafica è garantita dal display AMOLED da 1,3 pollici always-on. I controlli dei pulsanti sono abbinati a una seconda opzione d’interfaccia d’uso a mezzo touchscreen. Al suo interno le funzioni più evolute per il training, pensate per l'allenamento della forza funzionale con comodi esercizi animati da seguire direttamente dallo schermo, sono rappresentate dagli esercizi cardio, yoga e pilates. Con il comodo e rapido sistema di sostituzione QuickFit™ è possibile variare il cinturino, utilizzando cosi quello più adatto all’attività preposta o al mood della giornata.

Controllo forma fisica H24

Tra le funzioni troviamo: frequenza cardiaca rilevata al polso (con soglie e avvisi configurabili), il monitoraggio della respirazione e dello stress, il rilevamento della qualità del sonno con valore, grafici e approfondimenti del proprio riposo notturno e l’analisi dell'energia quotidiana Body-Battery™. epix è adatto a qualsiasi stile di vita attivo grazie a un set di app sportive, dall’outdoor fino all’indoor d’ampia gamma come allenamenti in palestra, arrampicata indoor, bouldering, golf, windsurf, kitesurf, sci alpino e di fondo, nuoto in acque libere, in aggiunta alle ormai consolidate app sportive fitness e sport.

Allenamenti e coach personalizzati

Qualsiasi sia l’allenamento o l’obiettivo da raggiungere, epix può accompagnare i runner fino al giorno della gara con i piani di allenamento personalizzati di Garmin Coach, completi di un personal trainer virtuale gratuito che offre utili consigli e una maggiore motivazione. Per i runner di lunghe distanze, epix include un'ampia gamma di training tool come PacePro™, che consiglia il passo corretto da mantenere in base alle pendenze del percorso. La funzione Real-Time Stamina risulta utile per monitorare e gestire lo sforzo attraverso l'attività per evitare il burnout. Up Ahead sarà il nuovo road book per trail-runner che consente di leggere in anticipo i POI di riferimento. Allenarsi grazie a Garmin Coach significa ricevere piani di allenamento giornalieri, creati ad hoc in base al livello di forma fisica, al carico di lavoro del proprio corpo, ai tempi di recupero, alla cronologia delle ultime attività e ai dati biometrici. Infine la funzione Visual Race Predictor garantirà all’atleta una stima puntuale dei tempi di gara futuri tramite un trend consolidato di almeno 15 allenamenti pregressi. 

Mappe e navigazione al top

Nel chipset di rilevamento GPS potenziato trova spazio il ricevitore multi-banda e il supporto multi-GNSS per un posizionamento e tracciamento dello spazio di grandissima precisione. Nelle sue edizioni Sapphire, epix è precaricato con mappe TopoActive che offrono ulteriori download gratuiti di mappe multicontinentali da tutto il mondo, anche tramite Wi-Fi ®. Per gli amanti dello sci alpino e fondo, troviamo le mappe SkiView™ aggiornate, con nuove metriche, un miglior censimento dei resort e altri punti d’interesse con una panoramica delle attività migliorata. Con una durata della batteria fino a 16 giorni in modalità smartwatch e gesto attivata e fino a 42 ore in modalità GPS, gli utenti possono godersi le proprie attività e avventure senza preoccuparsi della prossima ricarica.

User-friendly e funzioni smart 

epix offre la completa connessione al proprio smartphone per tutto il giorno, con Garmin Connect Mobile attivato in background, e presenta una serie di funzioni smart, tra cui:

• Notifiche: ricevi avvisi per chiamate in arrivo, messaggi di testo, aggiornamenti sui social media, promemoria del calendario e altro.

• Archiviazione musica: scarica brani o playlist nella memoria interna tramite Garmin Express, servizi musicali di terze parti compresi. Spotify®, Amazon Music e Deezer3 che sono precaricati On Device. Connect IQ™ Store consente agli utenti di scoprire nuove app, quadranti orologio, campi dati e widget consigliati e installarli tramite Wi-Fi direttamente dall'orologio.

• Sicurezza e monitoraggio: il rilevamento degli incidenti (durante determinate attività all'aperto) e l'assistenza possono inviare un messaggio con la posizione in tempo reale (se disponibile) ai contatti di emergenza oppure a un numero di chiamata emergenza predefinito come il 112.

• Garmin Pay™: la soluzione di pagamento contactless consente di pagare con un semplice gesto e senza contatto lasciando a casa contanti e carte di credito.

• Personalizzazione: è possibile scaricare app, widget, quadranti e altro ancora dallo store Garmin Connect IQ™, con supporto app aggiuntivo per Garmin Golf, Explore e Garmin Connect Mobile.

www.garmin.com/it-IT   


Bode Miller lancia il nuovo 4-Quattro di SCARPA

Non poteva esserci ambassador più azzeccato per il lancio del nuovo 4-Quattro, il primo scarpone ibrido scialpinismo/sci alpino con attacchi a norma Gripwalk di Scarpa. Il marchio di Asolo ha infatti annunciato che Bode Miller sarà l’ambassador del nuovo prodotto e di Scarpa nel mondo. 

Indimenticato campione della Coppia del Mondo di sci alpino per il suo stile unico e lo straordinario talento, Bode Miller può vantare nella sua lunga carriera un palmarès ricco di trofei, tra cui 6 medaglie olimpiche, 33 gare di Coppa del Mondo e 5 medaglie iridate. Oggi si dedica in particolar modo ad attività di impegno sociale e alla promozione dello sci tra le nuove generazioni. «Dal mio punto di vista l’evoluzione di uno sport va di pari passo con lo sviluppo dell’attrezzatura che si utilizza – sottolinea Miller Questa nuova collaborazione è per me una scelta naturale: SCARPA può vantare una lunga esperienza nello sviluppo di nuovi prodotti e condivido il suo approccio fondato su ricerca e innovazione, con una grande attenzione alla sostenibilità e alla performance. Sono davvero entusiasta di iniziare questa partnership e dare il mio contributo a sviluppare i nuovi progetti dell’azienda». 

«Bode Miller ha fatto la storia dello sport ed è considerato una vera e propria leggenda dello sci - sottolinea il presidente di SCARPA Sandro Parisotto - Essere rappresentati nel mondo dal più forte discesista di tutti i tempi è per noi un passo importante e siamo convinti che insieme si possa compiere da qui in avanti un percorso davvero significativo, a cominciare dal lancio di 4-Quattro, che segna il debutto di SCARPA nel mercato degli scarponi ibridi. Si tratta di un prodotto caratterizzato da estrema leggerezza, altissime performance e adatto a soddisfare gli sciatori più esigenti». 

4-Quattro, compatibile con attacchi a norma AT, Low Tech e Gripwalk, segna l’ingresso nel segmento di SCARPA ed è il primo quattro ganci della casa di Asolo. Il peso alla bilancia però lo inserisce in una categoria a parte perché, anche nella versione più pesante, non va oltre il chilo e mezzo. 4-Quattro XT, il top di gamma, con durezza dichiarata delle plastiche di 130, è realizzato con lo scafo e il gambetto in Grilamid Bio e la lingua è in Pebax. Esistono anche una versione più soft (SL) sede ed entrambi sono declinati al femminile, con durezze delle plastiche e tonalità colore differenti. La costruzione Alpine Axial Hybrid unisce i plus di uno scarpone overlap con la facilità di calzata di un cabrio e la mobilità totale del gambetto è di 61°. 4-Quattro sarà in vendita dalla stagione invernale 2022/23.


Fedeli alla Linea

Che Robert Antonioli sia uno specialista delle linee dritte è cosa nota. L’azzurro è uno dei più efficaci interpreti della tecnica di discesa e disegna righe perfette a velocità elevate, quasi come un discesista della Coppa del Mondo di sci alpino. Con la differenza che lui scende sul tritato, sulla crosta, nella polvere. Tra i massi. Con sci abbondantemente sotto il chilo. «Meglio picchiare di culo che di testa» dice con il suo stile per spiegare la tecnica che lo porta a stare leggermente arretrato per controllare equilibrio e velocità. «Quando ti butti giù a tutta per vincere una gara, la prima cosa che chiedi è l’affidabilità, devi sapere di potere contare al cento per cento sull’attrezzatura, che non si romperà se darai un impulso più forte o su un atterraggio più brusco da un salto» aggiunge Robert mentre guarda negli occhi Daniele Trabucchi, responsabile della progettazione di Ski Trab. 

Per parlare degli ultimi adattamenti della tecnica nello scialpinismo agonistico e di come gli sci si stanno sviluppando per venire incontro alle esigenze degli atleti, li abbiamo fatti sedere attorno al tavolo della tavernetta della storica sede del costruttore bormino, dove sono passati tutti i più grandi dello skialp. Uno dei massimi interpreti dello scialpinismo agonistico e uno dei maghi che stanno dietro ad attrezzi che ormai adottano dettagli da Formula Uno.
In compagnia dell’ultimo arrivato, il nuovissimo Gara World Cup 70, che condensa buona parte di questi sviluppi verso uno skialp più moderno. «È uno degli sci nuovi sui quali abbiamo cambiato di più rispetto al modello precedente, ma partendo dagli stessi contenuti che hanno garantito affidabilità nel passato, a cominciare dalla costruzione a 14 strati con nucleo alveolare in aramide e legno di frassino, che non cambia se non per piccoli dettagli nell’assemblaggio» esordisce Daniele. Con il nuovo Gara World Cup nella durezza massima (Ski Trab propone, come da tradizione, anche il flex 60, più adatto a pesi leggeri e agoniste) si è pensato soprattutto a creare un attrezzo più preciso e stabile, nell’ottica dell’economia generale della gara e della gestione delle energie. «È più fluido in salita e discesa, in picchiata, soprattutto su nevi crostose, tiene meglio la linea perché non rischia di prendere di spatola» dice Robert. Frequenza. La parola magica di Daniele è frequenza. Quella che con Gara World Cup 70 puoi tenere anche in salita, dove fila dritto, eliminando quella tendenza ad allargare che fa sprecare energie e disturba il ritmo. 

«Ho chiesto di portare il feeling delle gare sprint, dove tutto è più veloce, e in salita, soprattutto sul diagonale, lo sci sta sempre a contatto con la neve e favorisce una frequenza esatta». Anche se sali solo di punta, come ama fare Robert nelle sprint. Oppure se, al contrario del valfurvino, che nelle altre gare è uno di quelli che amano tirare il passo, adotti una tecnica più simile alla corsa, fatta di piccoli passi veloci. Il risultato finale risponde alle richieste degli atleti top ed è frutto di uno sviluppo continuo, con ripetuti passaggi dalla prototipazione alla neve. La forza di Ski Trab sta proprio nella vicinanza alla materia prima (che non è solo la neve ma anche la possibilità di avere fuori dall’uscio di casa collaudatori come Robert e Nicolò Canclini), ma anche nella possibilità di realizzare velocemente tutte le parti e i prototipi nell’atelier di Bormio. Però, in fin dei conti, uno sci deve essere sciabile e per realizzarlo come nei sogni di Robert c’è tutta l’esperienza (e le notti in bianco) di Daniele. «Siamo intervenuti soprattutto sulla geometria, con uno sci un po’ più dritto, ma lavorando su alcuni dettagli per evitare che fosse meno manovrabile e più difficile da girare, a partire soprattutto dai punti di contatto di punta e coda» interviene Daniele per spiegare la ricetta di Gara World Cup 70. In pratica la punta è stata arretrata e la coda è stata avvicinata allo scarpone. 

«Entrambe sono più lunghe, la punta ha anche maggiore larghezza». Se il valore numerico dei raggi è leggermente aumentato, intervenendo proprio su questi dettagli si è lavorato per non cambiare molto il feeling. «Il raggio è stato minimamente ritoccato e, soprattutto in coda, continua ad aiutarti a uscire, punta e coda più lunghe favoriscono il galleggiamento, su tutte le nevi» dice Daniele. «Avere più coda ti dà maggiore sicurezza quando scendi a tutta, è un’altra vita perché in discesa su nevi difficili eviti quell’aggancio che ti può fare andare in rotazione e infatti, quando provavo i primi prototipi, Nicolò Canclini era geloso» aggiunge Robert. C’è un altro dettaglio, non di poco conto, che influisce sull’esperienza generale: il montaggio attacco leggermente avanzato rispetto al vecchio modello. Come coda e punta più lunghe, è un adattamento derivato da modelli più ludici, come Magico.2 e Maestro.2. «Trovo che renda più veloce i cambi d’assetto, è un dettaglio che ti fa guadagnare centesimi e risparmiare energie e nell’economia di una gara può essere vincente» aggiunge Robert. Come la coda rastremata, pensata per entrare ancora più facilmente negli anelli dello zaino e non fare perdere tempo nei cambi d’assetto. «E poi dà più libertà d’indirizzo» interviene Daniele. 

Sul passo conta anche lo scivolamento delle pelli, ma per favorirlo sono stati studiati alcuni accorgimenti come un ponte un po’ più alto per ridurre l’attrito, mentre l’arretramento del punto di contatto della punta, con conseguente minore sciancratura, lascia meno millimetri scoperti, in chiave grip. Tutto lo sviluppo di Gara World Cup 70 è stato studiato in abbinata con l’attacco di casa, il Titan Gara, un set pensato per rendere al massimo in sinergia. Come tutti gli attacchini race, Gara da questa stagione dovrà montare lo ski stopper, per rispettare il regolamento ISMF. Una parte del set che porta qualche cambiamento negli schemi degli atleti e che sta già facendo discutere. La soluzione trovata da Ski Trab, con posizionamento sulla talloniera, dà garanzie a Robert, perché «non cambia gli automatismi ai quali sono abituato nei cambi d’assetto». Con Gara World Cup 70 il futuro è già arrivato. E il prossimo passo quale sarà? Robert e Daniele si guardano negli occhi e sorridono: «lo sci biodegradabile». 


Tutto pronto per la BUT

Andrà in scena sabato 10 luglio la BUT 2021, tappa delle Salomon Golden Trail National Series, in programma in Val Formazza. Si correrà su tre distanze, con percorsi che gli organizzatori di Formazza Event si riservano di modificare all’ultimo minuto a causa della molta neve ancora presente in quota: Bettelmatt Trail su una distanza di 57 km per oltre 3000 m di dislivello; Bettelmatt Skyrace su una distanza di 37 km per oltre 2500 m di dislivello; Bettelmatt Race su una distanza di 24 km per oltre 950 m di dislivello;

Alla gara, che prenderà il via e si concluderà nella piana di Riale a 1731 metri di quota, ultimo avamposto italiano prima delle montagne che portano in Svizzera, si sono iscritti oltre 600 atleti (di cui circa 130 donne) tra professionisti e appassionati, provenienti da 11 Paesi (oltre all'Italia ci sono atleti e appassionati provenienti da Svizzera, Olanda, Polonia, Svezia, Germania, Spagna, Venezuela, Belgio, Moldavia e Slovenia) e da 10 regioni italiane (Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, Marche, Toscana, Liguria, Val d'Aosta, Sicilia, Trentino Alto Adige).

A partire da quest'anno BUT Formazza si correrà sotto l’egida F.I.Sky (Federazione Italiana Sky Running). Oltre all'aspetto puramente sportivo, la BUT è anche un importante evento di promozione del territorio e delle sue eccellenze. Con i suoi tre percorsi la BUT andrà infatti a toccare i gioielli paesaggistici di un territorio magnifico: suggestivi passi alpini a oltre 2000 metri come il Passo San Giacomo e l'Alpe Bettelmatt,  magnifici laghi alpini come il lago Kastel e il lago di Morasco e alcuni rifugi alpini, tra cui il rifugio 3 A che con i suoi 3000 metri è il punto più alto della gara, ma soprattutto la Cascata del Toce, una delle attrazioni più importanti del territorio che, con il suo salto di 143 metri, è considerato tra i più alti d'Europa. Tra gli highlight anche gli alpeggi in cui si produce il formaggio Bettelmatt, da cui la gara prende il nome. Si tratta di uno dei più rari formaggi italiani, definito eroico perché prodotto esclusivamente da 8 produttori nei 7 alpeggi estivi presenti in queste vallate e situati sopra i 2000 metri, per una produzione  di nicchia che si aggira intorno alle 5.600 forme all'anno.


Tea e il Baldo

«Oggi siamo così distanti da quegli esseri umani che vivevano con poco niente. Inutile tentare di tornare a quelle origini. La frenesia di immagini inutili e disturbanti, il sovraccarico di stimoli con cui il consumismo ci ipnotizza, i record da battere, il progresso tecnologico, i video di azioni epiche e inimitabili, gli idoli perfetti, la musica liquida, l’ultimo modello di sportwatch, i social media, i tablet, l’angoscia per il futuro, il peso sempre incombente del passato, il coprifuoco: ogni tanto bisogna chiudere tutte queste cianfrusaglie in un baule col lucchetto e farsi un giro leggeri dietro casa».

Scrive così Andrea Zocca nel racconto Tea e il Baldo, che pubblichiamo su Skialper 136 di giugno-luglio. Un giorno, durante l’ultimo lockdown, Andrea e Tea iniziano a parlare del Monte Baldo e di quanta biodiversità ci sia, di quanti paesaggi diversi si possano trovare in un’area così piccola e vicina a casa. Così ci impiegano poco a pensare di prendere una bicicletta, arrivare ai piedi del Baldo e traversare tutte le creste a piedi. «È tutto un sali e scendi, mai troppo difficile. Ci si affaccia un po’ di qua e un po’ di là, tra il lago e la Valdadige, come quando si cammina su una lunga muraglia, su una linea bianca tesa e scolpita dal vento. Qualche roccia e del pino mugo ci fanno da appigli nelle parti più tecniche, ma la neve è dura e i ramponi mordono bene. Tea si sporge su una cornice e ammira il paesaggio. Sta per tramontare il sole: inizia una nuova magia, le nuvole si infuocano e tutto si tinge di rosa. È diventato palloso e quasi un cliché dire quanto sia emozionante un tramonto. Sarà colpa dei social, sarà che abbiamo paura di essere dimenticati, ma per non fare la fine dei simulacri vuoti che ostentano sensibilità è meglio abbattere quel cliché putrido che riveste la bellezza di ogni tramonto soltanto guardandolo: è bello e non lo dobbiamo dimostrare a nessuno, non dobbiamo vantarci del nostro sentire».

Poi una notte al rifugio invernale del Telegrafo e il rientro a casa tutti sudati. «Tanto quel lucchetto salterà e tutti quei folletti impazziti torneranno ad assalirci, ma almeno abbiamo respirato un attimo, per capire cosa siamo veramente e cosa stiamo diventando. E sorriderci addosso. Credo che nei luoghi selvaggi dove ci si addentra nudi – anzi magari proprio nudi no, con qualche strato di Gore-Tex e piuma – poi si esca pieni di qualcosa. Qualcosa che va oltre il sudore, i calli, le zecche, le vesciche e la disidratazione. Usciamo pieni di risposte ovvie al senso incomprensibile della natura e della vita. Per questo vado in montagna con gli amici!».


Angermund e Mathys vincono la Marathon du Mont Blanc

Parata di stelle a Chamonix questa mattina per la Marathon du Mont Blanc, seconda tappa delle Golden Trail World Series, dopo lo stop forzato del 2020 a causa della pandemia. Percorso modificato per garantire il rispetto delle regole imposte dall’emergenza sanitaria, con 4 km in meno (in totale 38) e 2.600 m di dislivello. Oltre 1.600 i runner al via. La vittoria è andata al norvegese del team Salomon Stian Angermund (3h18’08’’) che ha chiuso con circa due minuti di vantaggio su Davide Magnini e circa cinque sul polacco Bartlomiej Przedwojewski, con il podio interamente marchiato Salomon. Quinto Francesco Puppi. Tra le donne vittoria della svizzera Maude Mathys (3h51’04’’, Salomon) con circa cinque minuti di vantaggio sulla francese Anaïs Sabriè (Matryx) e sulla connazionale Blandine L’Hirondel (Hoka One One).

Angermund e Magnini sono rispettivamente al primo e secondo posto del ranking generale dopo le prime due gare in Spagna e in Francia e precedono Remi Bonnet. Tra le donne comanda Mathus davanti a L’Hirondel e alla svizzera Spycher. Nel weekend di gare ai piedi del Monte Bianco è andata in scena anche la 90 km du Mont Blanc, vinta dal francese Martin Kern (10h23’11’’) sul connazionale Mathieu Delpeuch e sul russo Dimitry Mityaev. Quarto Franco Collé. Tra le donne vittoria della statunitense Hillary Gerardi (11h54’11’’) su Giuditta Turini e la russa Ekaterina Mityaeva. Il prossimo appuntamento della Golden Trail World Series è a Canazei tra due settimane il, 18 luglio per la la Dolomyths Run.


Dobro došli

«Molte delle nostre storie nascono anche grazie a una piccola tendina gialla, in cui dormiamo presto la sera e dove ci svegliamo di buon’ora in posti magici. Proviamo a spostarci a piedi quando i passi di montagna sono ancora chiusi e camminiamo, oltre che per il semplice andare, soprattutto per stare bene e conoscere culture. Puntiamo a spazi dove il tempo si allunga e le memorie sono diverse, le relazioni umane e i segreti si sanno ancora mantenere. In città abbiamo regole e binari ben definiti a cui dobbiamo adeguare il nostro stile di vita, ma in montagna possiamo esprimerci, rilassarci e appena si arriva in altura scatta quella originalità che contraddistingue ciascuno di noi. Abbiamo piccoli obiettivi di giornata e il solo vero scopo di raccogliere storie di minoranze scovandole nella familiarità che si prova tra le mura domestiche di qualcuno che hai appena conosciuto».

© altopiani.org

Scrivono così Giacomo Frison e Glorija Blazinšek in Dobro došli, su Skialper 136 di giugno-luglio. Nel reportage che pubblichiamo scrivono di incontri e di ospitalità tra Carpazi, Balcani e Caucaso. Spesso in case semplici ma dignitose, dove sono le donne le vere padrone. «Di solito è l’uomo che rompe il ghiaccio, cerca di filtrare lo sconosciuto da quella che è la sua casa. Non è sempre facile entrare in una proprietà privata, alle volte gli interrogatori durano decine di minuti sotto la pioggia o sotto il sole rovente, si viene ispezionati alla luce di una torcia, ti chiedono da dove arrivi e per dove hai intenzione di proseguire; in altre occasioni ci sono dei cani da guardia particolarmente aggressivi. Ma poi, quando tutto si calma, e ti viene fatto quel cenno di approvazione per entrare, quando passi la soglia e vieni accolto, è lei, la donna, che premurosa come se ti conoscesse da sempre si prende cura di te. Lungo le linee a zig-zag di Altripiani, seguendo monti e confini, lontano dalla città, è sempre andata così. Le donne sono le persone che il più delle volte ti fanno sentire a casa anche se ti trovi molto distante dai tuoi cari».

Si passa dalla genuinità della contadina Mayvala, in Georgia, al polacco Jozef che ha una vecchia radio che accende solo per ascoltare le previsioni meteo, oppure a Dana e Boro che vivono ancora con Tito, padre della Jugoslavia, che li guarda severo dalle pareti della cascina. Sui monti dell’Albania i giovani Pavlin e Zef accolgono i turisti nella loro guesthouse e nel ristoro tra i boschi, mentre non lontano sorgono villaggi turistici un po’ kitsch ad uso di facoltosi turisti arabi. Solo andando a piedi si possono scoprire i luoghi e le persone. E magari anche la natura selvaggia del parco del Durmitor, in Montenegro. 

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«Abbiamo piantato la tendina in ottima posizione, poco distante da un lago glaciale e alcune lingue di neve che si alternano a una vegetazione ancora in lenta ripresa dopo la stagione più fredda. Stiamo godendo di una speciale luce del tramonto, dopo una giornata di vento forte e nuvole minacciose durante la quale spesso abbiamo calpestato neve sprofondando fino alle ginocchia. Sopra una certa quota è difficile andare a esplorare, infatti non c’è un’anima viva in giro, solo un camoscio solitario che nell’indifferenza più totale ha continuato a mangiare ramoscelli di graminacee e foglie di arbusti. In questo paesaggio sconfinato la luce si fa più debole e si avvicina per noi l’ora più difficile, quella tra le sette e le otto di sera. Vorresti dormire, appisolarti, ma al tempo stesso guardare fuori curioso». 

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