Lost in Hokkaidō

«Una settimana dopo il nostro arrivo nelle cuore dell'isola ci siamo trovati immersi in una valle stretta e carica di neve e abbiamo sciato su entrambi i lati della strada che la taglia in due. È una valle lontano da tutto, in una delle zone più selvagge e nevose dell’Hokkaido. Era quello che cercavamo: abbiamo pellato e sciato pendii ripidi ricoperti dalla quintessenza delle betulle bianche giapponesi dall’alba alle tenebre. Eravamo solo noi, non una traccia, non uno schiamazzo».

© Mattias Fredriksson

Inizia così l’ampio reportage sull’Hokkaido di Mattias Fredriksson che pubblichiamo su Skialper 135 di aprile-maggio. Frediksson, profondo conoscitore della zona da 15 anni, nel febbraio del 2020 è partito proprio alla ricerca dei luoghi più autentici, lontano dal resort frequentati dagli occidentali dove dopo le nevicate c’è la lotta per tracciare nella neve fresca. Così ha fatto base ad Asahikawa, la seconda città più grande dell’Hokkaido ed è partito alla scoperta di valli lontano da tutto e da tutti e della favolosa cucina giapponese. Quella autentica… Diciotto pagine da leggere ma soprattutto da guardare. 

© Mattias Fredriksson

Adamello Ski Raid, ecco le coppie azzurre

L’Adamello Ski Raid in programma il 10 aprile, anche se su un percorso ridisegnato per adattarsi alla situazione pandemica, con rifugi chiusi in quota, è l’unica gara de La Grande Course che andrа in calendario cercando di mantenere lo spirito delle grandi classiche dopo l’annullamento del Mezzalama e la Pierra Menta in un’unica tappa per i nazionali. Sfogliando l’albo d’oro dell’Adamello Ski Raid appaiono i nomi di skialper che hanno fatto la storia di questa disciplina, da Guido Giacomelli a Mirco Mezzanotte, da Martin Riz a Dennis Trento, da Mireia Mirò a Laetitia Roux, da William Bon Mardion a Mathéo Jacquemod, da Jennifer Fiechter ad Axelle Mollaret.

Matteo Eydallin ha deciso che gareggerà insieme a Davide Magnini. La coppia dovrà guardarsi dai compagni dell’Esercito Michele Boscacci e Robert Antonioli, ed ancora da Federico Nicolini ed Alex Oberbacher, da Nicolò Canclini e Andrea Prandi e poi Pietro Lanfranchi e Filippo Beccari. Questi i primi team italiani, mentre le squadre straniere verranno ufficializzate dopo Pasqua.

In campo femminile Alba De Silvestro sarà in gara con Giulia Murada, quindi Ilaria Veronese con Mara Martini ed Elena Nicolini con Katia Tomatis, senza dimenticare poi le due atlete di casa Corinna Ghirardi e Bianca Balzarini.

In totale dunque oltre 160 coppie, con la starting list che è in via di definizione e che conferma la quota che si erano prefissati gli organizzatori dell’Adamello Ski Team, anche per gestire i protocolli sanitari in materia Covid. Proprio per questo motivo, nonché per la chiusura dei rifugi in quota, è cambiato anche il percorso di gara. Misurerà infatti 34 km, con 3.180 metri di dislivello per la gara maschile e i passaggi più in quota sono previsti ai 2.610 metri di Passo Paradiso, quindi ai 2.860 metri della Selletta Sgualdrina, ai 3.000 metri di Passo Presena, ed ancora ai 2.400 metri del Lago Mandrone, ai 2.990 del Passo Tre Denti. E spettacolari e tecniche sono anche le discese, su tutte la Fossa del Diavolo nella prima parte di gara, quindi il discesone finale verso il traguardo. E poi la suggestione del passaggio nella galleria militare per l'occasione perfettamente innevata anche all’interno. Centro nevralgico dell’Adamello Ski Raid sarа il Palazzo dello sport di Pontedilegno, dove giа da venerdì 9 aprile è previsto l’accreditamento, quindi alle 18 il briefing. Sabato mattina la gara maschile prenderà il via alle 7 proprio nei pressi del palazzetto, mentre lo start della gara femminile è previsto per le ore 7.30 da Passo Tonale. Primi arrivi intorno alle 10.


Go Explore Corsica

I viaggi più belli sono quelli decisi all’ultimo minuto. Deve avere pensato questo Aurélien Ducroz salendo sulla nave ad Ajaccio per ritornare sulla terra ferma quando ha riavvolto il nastro della seconda settimana di gennaio del 2021. «Era da almeno due anni che volevo sciare sulle montagne della Corsica, ma bisogna essere pronti a sfruttare l’occasione giusta e a partire subito». Così quando venerdì 8 gennaio è arrivata la chiamata di Rémi Joset Battini, Guida alpina corsa, non ha avuto nemmeno il tempo di tornare a casa sua, a Chamonix. Dal Sempione, dove si trovava insieme al fotografo Eric Gachet e all’amico Romain Grojean, ha fatto rotta direttamente su Tolone con il van di Eric e domenica sera ha preso il traghetto per Ajaccio. Il tempo di sbarcare e a metà mattina si è subito trovato in 30 centimetri di polvere vista mare, a Ghisoni. 

© Eric Gachet

La Corsica è il viaggio perfetto. Perché, in questo momento in cui viaggiare è difficile, è un concentrato di quello che Go Explore è stato in tutti questi anni - della scoperta, dell’esotismo in chiave sciistica - ma dietro a casa. Il viaggio local che, oltretutto, unisce le due passioni di Aurélien, montagna e mare. Perché Ducroz ha due titoli di campione del mondo di freeride e quattro vittorie sul Bec des Rosses, al Verbier Xtreme, ma sulla sua pagina Facebook c’è scritto Aurélien Ducroz Skieur /Skipper. Mentre parliamo al telefono si trova a Caen, dove sta costruendo la sua nuova barca, una Class40 con la quale affronterà la Route du Rhum, da Saint Malo alla Guadalupa, dopo avere partecipato a diverse Transat Jacques-Vabre, portando a casa anche un quarto posto.

Un’avventura vicina ma lontana nell’immaginazione… Su Skialper 135 di aprile-maggio un ampio reportage.

© Eric Gachet

Skialper 135, evadere

Evadere è quello che abbiamo voglia di fare tutti noi dopo un anno di pandemia e lockdown. Ma l'evasione non è una fuga dalla realtà. Evadere vuol dire viaggiare lontano, nelle destinazioni da sogno, dal Giappone alla Norvegia; evadere vuol dire viaggiare vicino nello spazio ma lontano nell'immaginazione; l’evasione è anche semplicemente uno stato dell’anima. Skialper 135, in edicola fra pochi giorni, è un numero pensato per ricordarci quanto è bello spostarsi liberamente e ritornare a programmare i nostri viaggi. Uno sguardo pieno di speranza per un futuro vicino. Centosettantasei pagine da sfogliare e da conservare.

SCIATORI DEL SECONDO TIPO - In fondo tutti sappiamo che esistono due tipi di sciatori. Quelli che smettono e quelli che in realtà non smettono mai.
Ovvero quelli che sciano diciamo fino all’ora legale, la chiusura impianti o finché gli alberi non mettono fuori le foglie, che quando vedono lampeggiare 20 °C sul cruscotto o hanno l’appuntamento del cambio gomme, dicono beh la stagione è finita. E quegli altri. 

Quelli che la stagione per certi versi a quel punto inizia, che si svegliano alle 3:33 e scendono dal letto lacerando i propri sogni per seguirne altri. Che – ça va sans dire – gli sci iniziano la gita sempre sullo zaino. E Saverio D’Eredità naturalmente fa parte del secondo tipo…

CALA CIMENTI - I pensieri più belli e profondi per ricordare Cala Cimenti, alpinista e sciatore scomparso sotto una valanga lo scorso 8 febbraio.

LOST IN HOKKAIDŌ - Dopo 15 anni di sci in Giappone arriva il momento di andare alla ricerca degli angoli meno conosciuti, senza stranieri e con pendii vergini da tracciare. E che nessuno traccerà, se non tu. Diciotto pagine di reportage dagli spot meno conosciuti dell’isola giapponese, lontano dai resort frequentati dagli occidentali: curve, ramen e immagini spettacolari firmate Mattias Fredriksson.

GO EXPLORE CORSICA - Uno chamoniard giramondo come Aurélien Ducroz, due amici, un van e una chiamata: correte, ha appena nevicato. Un viaggio veloce, una destinazione vicina, per sentirsi lontani.

SAPER APPREZZARE IL SILENZIO - Sarebbe superficiale scegliere di andare a sciare in un posto come Bergsfjord, in Norvegia, solo per le sue montagne incontaminate: il senso di un luogo popolato da cinquanta persone e a un giorno di viaggio dalla civiltà sta nel suo essere silenzioso. Scialpinismo dietro la porta di casa, canali inesplorati, salite e discese da raggiungere con la barca: 18 pagine per sognare firmate Federico Ravassard.

FOCACCIA & LAMINE - Il viaggio non è solo questione di chilometri ma anche, e in questo periodo soprattutto, di momenti. E l’occasione per riunire una community che negli anni normali si disperde su tutte le Alpi Occidentali. Dalle onde di Genova da cavalcare in surf a Santo Stefano d’Aveto sepolta dai muri di neve da cavalcare con la splitboard.

APPESI A UN FILO - Discese di 1.400 metri tra i camosci, giornate con più chiacchiere che curve, ragazzi che lasciano i pali per le pelli. Sono tutti episodi del film della felicità. Reso possibile da una funivia, quella del Gran Sasso rimasta sempre aperta in quanto impianto di trasporto pubblico. Diciotto pagine di reportage dall’Abruzzo firmate da Luca Parisse. 

NON TI PASSA PIÙ - Quando parti all’alba dall’anonima Brianza con una bici sgangherata per andare a sciare sul Resegone capisci che ogni giorno è un viaggio. E che sciare, anche sulla crosta, è un dono.

IL VIAGGIO DI PETER - La Guida alpina e contadino trentino Moser ha concatenato le 200 cime oltre i 2.000 metri del Lagorai in assetto invernale. E la sua storia è diventata un cortometraggio.

METODI PER LA SOPRAVVIVENZA NEL 2021 - «Ognuno sta vivendo questo momento assurdo e unico della storia a modo suo. Io per tre mesi ho visto numero quattro persone. Ho tenuto botta come meglio potevo, ma alla fine stavo impazzendo. Irrequietezza. Avevo bisogno di scappare per un po’, di vivere alla giornata, come è nella mia indole di ultrarunner. Sono una persona solitaria, lo sono sempre stato, ma mi serviva rivedere qualche faccia amica per poter superare un po’ di sfighe accumulate». Inizia così il racconto di Francesco Paco Gentilucci con le belle illustrazioni di Alessandro Ripane. 

ROBERT ANTONIOLI - Atleta completo, veloce nei cambi d’assetto, fulmineo in discesa, alpinista fast & light, anticonformista. Dove vuole arrivare? Siamo stati a casa del fresco vincitore della quarta Coppa del Mondo. E il fotografo Achille Mauri l’ha fotografato come non l’avete mai visto. 

ARTVA - Ambiente, responsabilità, terreno, valanga, autocritica. La sicurezza in montagna al termine di questa strana stagione da un diverso punto di vista. Ne abbiamo parlato con Daniele Fiorelli, Guida alpina, soccorritore e formatore.

STELLAR EQUIPMENT, BE DIFFERENT - Vendite esclusivamente online, niente collezioni stagionali, ma capi rinnovati solo quando ci sono nuovi materiali più performanti. In sei anni l’azienda svedese ha rivoluzionato il mondo dell’abbigliamento tecnico.

TROTE & TOSTAPANE - L’incredibile storia di Brian Beckstead e della nascita di Altra, uno dei marchi che ha cambiato il modo di correre nella natura.

MUST HAVE - Per presentare alcune delle più interessanti novità della prossima stagione, dall’attrezzatura all’abbigliamento, siamo saliti al Rifugio di Viviere, in Valle Maira. E poi il primo contatto con la Trabuco Max, la prima scarpa off road massimalista di Asics, con Ortovox Diract Voice, l’artva con guida vocale, e quello con Garmin Enduro, il gps sportivo per le ultra.

ANTOLOGIA BIANCA, PENSIERI, OUTRO - Prosegue l’iniziativa che prevede la pubblicazione di sei pagine di racconti dei lettori, non mancano gli interventi per riflettere, come quello di Filippo Caon sui viaggi di carta o di Enzo Cardonatti sulla sua interpretazione dello sci. 

 

 

 


Robert Antonioli fa poker

Robert Antonioli arriva sesto alla Ski Alp Dolomiti di Brenta, atto finale della Coppa del Mondo, ma si aggiudica la sua quarta sfera di cristallo, la terza consecutiva. Per il trentenne di Valfurva quella del 28 marzo è dunque una data da cerchiare in rosso, non solo perché lo incorona fra i più grandi skialper della storia, ma pure perché coincide con il compleanno della mamma Michela, alla quale ha dedicato la sua quarta sfera di cristallo.

È stata una giornata da incorniciare per l’Italia anche perché a trionfare, al termine dei 13,5 km con un dislivello di 1.670 metri con tre salite e altrettante discese, tracciate sui versanti del Monte Spinale, è stato Matteo Eydallin, che ha concluso con il tempo di 1h23’36”, precedendo di 52 secondi Davide Magnini, mentre la sfida per il terzo gradino del podio si è risolta addirittura allo sprint con Nadir Maguet, capace di precedere Michele Boscacci. Un poker tutto italiano, come era prevedibile, nella competizione individual.

A spezzare l’egemonia azzurra ci ha pensato William Bon Mardion, che è di casa a Madonna di Campiglio, visto che ha vinto ben 4 volte la Ski Alp Race Dolomiti di Brenta, ed in questa occasione è giunto quinto a 3’39” dal vincitore.

Sesto appunto Robert Antonioli, che nella gara trentina doveva soprattutto gestirsi per arrivare davanti al rivale della generale, il francese Thibault Anselmet. Prima dell’ultimo atto i due erano separati da due soli punti in classifica, ma il valtellinese non si è comunque risparmiato ed ha fatto la sua gara, mentre il transalpino è crollato giungendo solamente ventesimo. Primo under 23, sullo stesso percorso, è risultato anche in questa occasione Andrea Prandi, che ha staccato notevolmente il tedesco David Sambale e il premanese Mirko Sanelli.

La sfida femminile, con uno sviluppo di 12 km e un dislivello di 1458 metri, è stata appannaggio dell’esperta francese Axelle Gachet Mollaret, che ha chiuso con il tempo di 1h33’23”, precedendo di soli 24 secondi Alba De Silvestro, autrice di una prestazione di assoluto livello, quindi terza la svedese Tove Alexandersson, quarta la Mara Martini e quinta Giulia Murada. La valtellinese di Albosaggia è pure risultata la prima under 23, davanti alla francese Marie Pollet Villard e a Giorgia Felicetti. Infine nella categoria under 20 maschile (stesso tracciato delle senior) affermazione austriaca di Paul Verbnjak, sullo spagnolo Albert Perez Angles e sull’altro austriaco Andreas Mayer, con l’azzurro Alessandro Rossi quarto. Nella sfida al femminile, su un percorso di 7,8 km e un dislivello di 900 metri, grande battaglia in casa Italia fra la valtellinese Samantha Bertolina e la trentina della Val di Pejo Lisa Moreschini. La portacolori del Monte Giner è stata in testa per più di metà gara, perdendo però troppo tempo ai cambi assetto e chiudendo sul traguardo con 14 secondi di ritardo dall’amica rivale, che conquista la Coppa del Mondo generale e di specialità. Non ha partecipato all’ultima gara individual la squadra Svizzera, squalificata alla vigilia dell’ultimo atto dall’Ismf per mancata osservanza del protocollo anti Covid-19.

Grande Italia anche nell’edizione 2021 della Coppa del Mondo di sci alpinismo, con un bottino di 4 vittorie di categorie overall, 4 coppette di specialità individual, 2 vertical race e 1 sprint. Merito di Robert Antonioli che si aggiudica la generale con 764 punti, contro i 733 di Thibault Anselmet e i 623 di Davide Magnini. Nella generale femminile trionfa Axelle Gachet Mollaret con 836 punti, davanti alla svedese Tove Alexandersson, penalizzata per non essersi presentata alla premiazione della gara sprint e perdendo di fatto la Coppa generale. Nella under 23 maschile vittoria azzurra di Andrea Prandi (916 punti), davanti ai due svizzeri Arno Lietha e Florian Ulrich. Nella under 23 femminile trionfa Giulia Murada con 1090 punti, davanti alla trentina Giorgia Felicetti con 929 punti e alla francese Marie Pollet Villard con 929. Scendendo nella under 20 maschile successo per l’austriaco Paul Verbnjak con 944 punti, sugli svizzeri Thomas Bussard con 704 e Leo Besson con 665. Quindi nella under 20 femminile Samantha Bertolina è prima con 1013 punti, davanti a Lisa Moreschini con 923 e a Caroline Ulrich Svizzera con 815.

Sono 4 le coppette che si è aggiudicata l’Italia per quanto riguarda la specialità individual. Nella senior ha trionfato Matteo Eydallin con 373 punti, davanti a Davide Magnini con 343 e a Robert Antonioli con 314. Fra le donne prima la francese Axelle Gachet Mollaret con 390 punti, davanti a Tove Alexandersson con 361 e ad Alba De Silvestro con 325. Scendendo nella under 23 maschile ha vinto Andrea Prandi con 400 punti, contro i 270 di Sebastien Guichardaz e i 206 del francese Baptiste Ellmenreich. Nella under 23 donne Giulia Murada prima con 400 punti, Giorgia Felicetti seconda a 351 punti e terza Marie Pollet Villard con 333.

Nella under 20 maschile primo l’austriaco Paul Verbnjak con 400 punti, seguito dallo spagnolo Albert Perez Angles con 288 e dallo svizzero Robin Bussard con 253 punti. Infine nella under 20 femminile domina Samantha Bertolina con 390 punti, seguita da Lisa Moreschini con 370 e la francese Margot Ravinel con 316.


Nuovo General Manager in La Sportiva

Cambio nel management dell'azienda trentina: lascia dopo 19 anni il general manager Lanfranco Brugnoli ed entra, nello stesso ruolo, Marcello Favagrossa. A seguire il comunicato ufficiale dell'azienda.

Da piccolo laboratorio artigianale alla sua fondazione nel 1928 per mano di Narciso Delladio, ad azienda innovatrice che ha cambiato con i suoi prodotti i modi di andare in montagna sotto la guida di Francesco Delladio fino ad arrivare all’espansione sui mercati internazionali grazie all’attuale CEO e Presidente Lorenzo Delladio, affiancato per oltre 19 anni dal GM uscente, per raggiunti requisiti di quiescenza, Lanfranco Brugnoli.
Con Lorenzo e Lanfranco ai vertici, l’azienda della Val di Fiemme, in Trentino, ha visto negli anni una crescita costante a doppia cifra ed un riposizionamento da azienda calzaturiera a brand globale con l’espansione nel settore dell’abbigliamento tecnico da montagna ed il consolidamento sui mercati strategici quali Nord America e Cina. «A Lanfranco va tutta la mia gratitudine – dice Lorenzo Delladio – per aver affiancato la nostra Famiglia facendola crescere giorno dopo giorno con grande dedizione, sensibilità e responsabilità. In meno di 20 anni siamo passati dall’essere un marchio di nicchia per appassionati della montagna ad un brand distribuito in oltre 70 Paesi e con la massima attenzione agli aspetti ambientali e sociali. Un percorso che traccia la via per la prossima generazione famigliare e manageriale».

Marcello Favagrossa, 55 anni, laureato in Economia e Commercio, vanta una consolidata esperienza nel marketing di importanti aziende internazionali e strutturate in vari settori e una carriera internazionale come General Manager che lo ha visto a lungo negli Stati Uniti. «Marcello trova un’azienda solida – aggiunge Delladio – in costante crescita e con un piano di sviluppo ambizioso. In questo percorso sarà affiancato da me e dai miei figli, che si preparano a guidare l’azienda nei prossimi anni». All’interno di quello che è stato definito da La Sportiva il progetto Climbing to Excellence, nome che ricorda la vocazione per il mondo verticale, l’azienda ha lavorato ad una profonda riorganizzazione dei processi aziendali introducendo nuove figure in tutti i reparti chiave, capaci di generare valore per l’azienda. L’area marketing in particolare ha assunto un ruolo centrale con la nomina di Giulia Delladio, quarta generazione della famiglia, al ruolo di Corporate Marketing Director.

«Uno dei focus fondamentali oggi – aggiunge Giulia Delladio – è la sostenibilità a tutti i livelli: dal prodotto al processo, passando per le scelte quotidiane di dipendenti, collaboratori e fornitori. Vogliamo che gli appassionati del nostro marchio e tutti coloro che contribuiscono al suo sviluppo, possano sentirsi orgogliosi di rappresentarlo, vestirlo e calzarlo»

La nuova struttura ha ora il compito di raggiungere gli obiettivi strategici attraverso una crescita sostenibile e la valorizzazione del patrimonio di competenze costruito negli anni.


La Pierra Menta è affare italiano

Relegata a un'unica tappa, solo per gli atleti nazionali, la Pierra Menta 2021 è andata in scena ieri ed era valida come ISMF-LGC World Championships LDT cioè Mondiale Lunghe Distanze. Certo la Pierra 'pandemica' perde il fascino della grande classica, ma con i titoli mondiali in palio è stato agonismo vero e l'Italia ha trionfato. Tra gli uomini il successo è andato a Michele Boscacci e Davide Magnini sugli svizzeri Bonnet-Marti. Terzo gradino del podio per gli altri azzurri Nadir Maguet e William Boffelli davanti agli austriaci Hoffman-Herrmann e alla coppia Robert Antonioli-Matteo Eydallin. Ancora meglio nella classifica femminile, con Alba De Silvestro e Giulia Murada davanti a Ilaria Veronese e Mara Martini. Terze le francesi Axelle Gachet Mollaret e Lorna Bonnel, quarte le svedesi Tove Alexandersson e Fanny Borgstrom, quinte Giulia Compagnoni e Katia Tomatis.


Axelle Mollaret: «non mi sarei aspettata di tornare in forma così velocemente»

Voce del verbo vincere. Fuoriclasse indiscussa, stile inconfondibile, al secolo Axelle Mollaret. Resilienza, umiltà e tenacia sono il suo mantra, collezionare ori, coppe e mondiali, la routine. Campionessa del mondo individual e vertical ai Mondiali di Andorra gli ultimi successi. Il suo destino è tracciato nel palcoscenico della Grande Course: nata e cresciuta a Arêches-Beaufort, teatro della Pierra Menta, la tigre delle nevi francese è sposata con Xavier Gachet, con il quale ha avuto un bambino da pochi mesi. È rientrata dalla maternità con la grinta e lo spirito di sempre: a confermare che campionesse ci si costruisce anche fuori dalla pista. In estate si mette alla prova con sfide a fil di cielo nel chilometro verticale – giusto per tenersi in forma – e quando toglie gli abiti da campionessa indossa quelli di fisioterapista. Atleta di punta del team La Sportiva da ben cinque stagioni, fa parte della Nazionale Francese di scialpinismo, team che l’azienda della Val di Fiemme veste come main sponsor da tre stagioni. Il suo segreto? Non arrendersi mai. 

Quando hai iniziato a fare scialpinismo?

«Ho iniziato a fare scialpinismo con i miei genitori a 11 anni e ho fatto la mia prima gara a 15: da allora non ho mai smesso. Dal 2014 lavoro anche come fisioterapista ad Arêches-Beaufort, il posto che preferisco in assoluto, dove sono nata, vivo e mi alleno ogni giorno. Qui ci sono davvero infinite opportunità per fare scialpinismo ed è il parco giochi per tantissimi appassionati». 

Com’è cambiato il mondo dello scialpinismo negli ultimi mesi di pandemia? Come immagini l’espansione di questo sport in epoca Coronavirus, considerando che è una disciplina che permette di mantenere le distanze opportune e rigenerarsi stando a contatto con la natura?

«A causa di Covid19 quest'inverno gli impianti di risalita sono rimasti chiusi e molte persone si sono approcciate per la prima volta allo scialpinismo perché era l'unico modo per poter sciare. Ho parlato con tanti nuovi appassionati davvero entusiasti per aver scoperto questa attività: sono sicura che nei prossimi anni vedremo molte più persone con le pelli sotto gli sci, anche se le stazioni sciistiche saranno aperte».

Lo scialpinismo è una disciplina individuale, ma com'è lo spirito all'interno della Nazionale Francese? C'è più competizione o solidarietà?

«C’è un grande spirito di squadra nella nostra Nazionale, siamo fortunati! Anche se è uno sport individuale e ogni atleta ha i propri obiettivi, sapere di poter contare sull'altro è davvero un nostro punto di forza».

C’un’altra atleta o qualcosa che temi? 

«Non temo nessuna rivale perché mi piace la competizione e il confronto. Di certo non sono abituata a perdere una gara, e per questa ragione cerco sempre di dare il massimo in ogni momento».

Hai detto ‘Prenditi il tempo di vivere e di guardare intorno a te. Non avere sempre fretta e fai le cose che ami’. Durante le gare di scialpinismo riesci a prenderti questo spazio? Non sei stanca di rincorrere il tempo?

«No, questa frase è relativa alla vita in generale più che al contesto agonistico. Durante la competizione non mi guardo certo intorno. Rimango concentrata sul mio obiettivo, ma comunque mi rimangono impressi molti ricordi nella memoria». 

Oltre che essere un’atleta e una mamma sei anche fisioterapista. Questo lavoro ti aiuta nella tua attività come atleta e nello staccare mentalmente dal mondo dell’agonismo? 

«Per me è molto importante svolgere un'altra attività oltre a quella di atleta: così, dopo un fine settimana di gare impegnative, il lunedì mattina ho la possibilità di concentrarmi su qualcos'altro. Di sicuro il know-how e l’esperienza che ho come fisioterapista mi aiutano molto nella mia attività sportiva».

Chi è Axelle Mollaret nella vita di tutti i giorni? Cosa fa nel tempo libero?

«Il problema è che mi manca il tempo libero! Quando riesco mi piace molto trascorrere il tempo con la mia famiglia e gli amici».

Sei sposata con Xavier Gachet, un altro nazionale francese. È un po’ noioso parlare sempre di scialpinismo o questa passione comune rafforza il vostro legame?

«È davvero un'opportunità unica poter condividere la nostra passione: ci spinge reciprocamente a migliorare continuamente, in più agevola anche la nostra organizzazione nella vita di tutti i giorni perché ci permette di comprendere l'altro al volo». 

Sei appena rientrata dalla maternità che ti ha fermata a gennaio della stagione 19-20, e sei tornata subito in forma e vai alla grande. Come hai fatto? E cosa hai da dire alle donne che temono che la maternità comporti 'perdersi qualcosa', essere meno performanti (negli allenamenti, in ufficio)?

«Avere un bambino era un mio grande desiderio. Nella mia mente perdere qualcosa significava più non godere di questa nuova vita piuttosto che perdere una gara o una stagione. Sapevo che forse avrei dovuto saltare una stagione, ma l’ho accettato. Inoltre mio figlio è nato ad agosto e penso che sia stato il momento migliore per me in ottica degli allenamenti, anche se di certo non mi sarei aspettata di tornare in forma così velocemente, era una scommessa, e sono orgogliosa di esserci riuscita! Penso che mi accompagni la forza del mio bambino, che continuo ad allattare».

Quale è il tuo prodotto preferito La Sportiva e perché?

«La Sportiva Stratos V, lo scarpone race in carbonio: lo uso ogni giorno ed è il partner che mi aiuta a vincere».

Come immagini il futuro dello scialpinismo? E un’ipotetica gara alle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026?

«I Giochi Olimpici non sono mai stati il ​​mio primo obiettivo. Ora però posso dire che di certo se lo scialpinismo sarà disciplina olimpica nel 2026 farò di tutto per partecipare». 

Come ti vedi in futuro? Prossimi obiettivi a breve e lungo termine?

«Non mi piace guardare troppo lontano. Il mio progetto per ora è mettere su casa e magari sciare con mio figlio, tra qualche anno». 

© Equipe de France/AgenceKros/RemiFabregue

Arriva Salomon S/Lab Pulsar

Quando Kilian Jornet ha vinto nel 2019 alla Sierre Zinal, facendo registrare il record della gara, aveva ai piedi la versione beta della Salomon S/Lab Pulsar. Ora quella scarpa arriva sul mercato, con alcuni presupposti per rivoluzionarlo.

Grazie all'intersuola Salomon più leggera in produzione e alla tomaia anch’essa dal peso piuma abbinata a tecnologie avanzate, è possibile provare l'ebbrezza della velocità in uno dei modelli S/LAB più leggeri di sempre: meno di 170 grammi. Il giusto livello di ammortizzazione nei punti strategici per garantisce una falcata agile nei percorsi trail non estremamente tecnici. Con un fit simile a quello che può generare una calza e con la rete traspirante Matryx rinforzata con fibre aramidiche la scarpa avvolge il piede con straordinaria omogeneità, praticamente come se fosse un guanto. L’intersuola è in schiuma leggera e reattiva creata dal mix ottenuto con EVA e copolimero olefinico a blocchi [OBC], il tutto per offrire un’ammortizzazione a lunga durata e una restituzione dell’energia con un efficace effetto rimbalzo.

Drop: 6 mm (23 mm-17 mm) - Peso: 170 g - Misure: 36-49 - Prezzo: 185 euro 

GLI ATLETI SALOMON ITALIANI CHE UTILIZZANO S/LAB PULSAR 

Alberto Vender, Andrea Rota, Riccardo Borgialli, Camilla Magliano, Davide Cheraz, Davide Magnini, Federico Presa, Giuliano Cavallo, Giulio Ornati, Luca Carrara, Marco Filosi, Mattia Bertoncini, Pablo Barnes, Riccardo Montani, Riccardo Scalet, Simona Morbelli, Sonia Locatelli e Virginia Olivieri.


Mondiali, nell’individual è triplete azzurro

Tripudio azzurro nella gara più sentita dei Mondiali di scialpinismo, ad Andorra, l’individual. Oggi nella gara Senior maschile oro per uno straordinario Matteo Eydallin davanti a Robert Antonioli e Davide Magnini. Ai piedi del podio lo svizzero Rémi Bonnet e quinto Michele Boscacci. Tra le donne bronzo di Alba De Silvestro, dietro all’argento Tove Alexandersson (SWE) e all’oro Axelle Gachet-Mollaret (FRA). Ai piedi del podio Giulia Muarada, seguita da Ilaria Veronese e Mara Martini. Successi azzurri anche nelle Under 23 (Giulia Murada, argento Giorgia Felicetti), negli Under 23 (Sebastien Guichardaz) e nelle Under 20 (Samantha Bertolina). Negli Under 20 oro per l’austriaco Paul Verbnjak, negli Under18 per lo svizzero Jérémy Muriset e nelle pari età femminili della tedesca Antonia Niedermaier. 


Bonnet e Mollaret oro nel vertical, ma gli azzurri si consolano con i giovani e le staffette

Tempo di Vertical oggi ai Mondiali di Andorra e, dopo la scorpacciata di medaglie azzurre di ieri, torna a sventolare la bandiera svizzera con la vittoria di Rémi Bonnet e il terzo posto di Werrner Marti, con il tedesco Anton Palzer che si è inserito al secondo posto. Italia ai piedi del podio con Davide Magnini. settimo Michele Boscacci, ottavo Sebastien Guichardaz, decimo Federico Nicolini e undicesimo Robert Antonioli. Medaglia di legno azzurra anche tra le Senior: Giulia Murada è arrivata quarta ma si consola con l’oro Under 23. Oro per la francese Axelle Mollaret Gachet davanti alla svizzera Victoria Kreuzer e alla svedese Tove Alexandersson. Quinta Giulia Compagnoni. Negli Under 23 successo azzurro con Sebastien Guichardaz, tra le pari età femminili doppietta azzurra con Giulia Murada che ha anticipato Giorgia Felicetti. Tra gli Under 20 invece l’oro è andato all’austriaco Paul Verbnjak. Oro nelle Under 20 per Samantha Bertolina, tra gli Under 18 dell’austriaco Nils Oberauer e tra le Under 18 della tedesca Antonia Niedermaier. 

Ieri tripudio azzurro nelle staffette con l’oro di Canclini-Maguet-Antonioli-Boscacci: argento per gl svizzeri e bronzo per i francesi. De Silvestro, Veronese e Martini si sono imposte sulle francesi e sulle svizzere, sull’ultimo gradino del podio. Argento nella staffetta giovanile mista con Samantha Bertolina-Tommaso Colombini-Luca Tomasoni. Oro per gli svizzeri e argento per gli spagnoli. 


Strumenti online per calcolare il rischio residuo nello scialpinismo

Esiste un metodo per calcolare il rischio residuo quando si decide di partire per un’escursione sci ai piedi? Rischio residuo perché non è possibile azzerare il rischio. Qualsiasi attività umana, anche semplicemente restare a casa, può essere rischiosa. Il rischio può essere ridotto, adottando specifiche precauzioni, ma ne rimane comunque sempre presente una quota. Senza dimenticare che la base di partenza è la capacità di leggere il bollettino delle valanghe unita all’osservazione e all’esperienza, negli anni sono stati sviluppati alcuni metodi di valutazione e il mondo digitale ha portato altri aiuti, come per esempio il sito Skitourenguru, che si propone di stimare il rischio di valanghe su singoli itinerari di scialpinismo tenendo conto dell’effettivo utilizzo del terreno da parte della community di sciatori fuoripista. Un altro portale che fornisce una serie importante di dati per la pianificazione di una gita è Mysnowmaps, che mette a disposizione un cruscotto della pianificazione con fattori nivo-meteorologici, fattori morfologici, itinerari e dati della community. Si va dalle mappe della neve - con altezza al suolo, quota inizio neve al suolo, precipitazioni previste nelle 72 ore e cadute nelle ultime 72 ore, quota zero termico - allo storico dell’innevamento, dello zero termico e del vento in quota fino alle relazioni di chi è stato recentemente nell’area. Ora sul portale, nell’area pianificazione, è presente anche un’altra interessante funzionalità per calcolare in modo semplice e intuitivo il rischio residuo con il Metodo delle riduzioni di Munter ed è possibile, registrandosi, scaricare un utile manuale (La pianificazione di un’itinerario fuoripista con Mysnowmaps, di Matteo Dell’Amico), che approfondisce l’argomento. Il Metodo assegna matematicamente un valore di rischio residuo all’itinerario. Nell’idea di Munter è possibile ridurre il rischio potenziale adottando opportune scelte (chiamiamole azioni correttive) sulla scelta dell’itinerario e sul comportamento da applicare sul posto. Queste scelte si traducono in fattori di riduzione (FR) del rischio. I fattori primari riguardano la pendenza massima, mentre quelli secondari l’esposizione prevalente e il grado di frequentazione e quelli terziari il comportamento (numero di persone, distanziamento). Il valore finale è il risultato di una formula matematica spiegata nel dettaglio dal manuale di Mysnowmpas, ma sul portale, inserendo questi dati, è possibile fare una prima valutazione.