Il calendario 2018 delle Skyrunner World Series

Pronto il calendario 2018 delle Skyrunner World Series. Diciotto gare in dodici paesi, un montepremi di 66.000 euro e la novità delle due sole categorie, la sky classic e la sky extra che unisce le ‘vecchie’ ultra ed extreme. Un primo passo per arrivare ad un circuito unico dal 2019. Già il prossimo anno metà del montepremi andrà a chi farà classifica nella combinata tra i due circuiti. Partenza ad aprile in Cina, finale ancora una volta a Limone sul Garda. Tanta Italia anche con la Livigno SkyMarathon, la Dolomites SkyRace e il Trofeo Kima. Ecco allora il calendario con cinque gareche daranno un bonus del 50% di 'extra point'.

Sky Classic
30 aprile Yading Skyrun (29 km +2.345 m) - Yading (Cina)
27 maggio Maratón Alpina Zegama-Aizkorri (42 km +2.735 m) - Zegama (Spagna)
16 giugno Livigno SkyMarathon (34 km +2.500 m) - Livigno (Italia)*
23 giugno Olympus Marathon (44 km +3.200 m) - Dion (Grecia)
1 luglio Buff Epic Trail 42K (42 km +3.200 m) - Barruera (Spagna)
22 luglio Dolomites SkyRace (23 km +1.950 m) - Canazei (Italia)
29 luglio SkyRace Comapedrosa (21 km +2.280 m) - Arinsal (Andorra)*
25 agosto. Matterhorn Ultraks ‘Sky’ (49 km +3.600 m) - Zermatt (Svizzera)
1 settembre The Rut 28K (28 km +2.375 m) - Big Sky Resort (Stati Uniti)
13 de octubre. Limone Extreme SkyRace (29 km +2.500m) - Limone sul Garda (Italia)*
Sky Extra
12 maggio Transvulcania Ultramarathon (75 km +4.350 m) - La Palma (Spagna)
2 giugno Ultra SkyMarathon Madeira (55 km +4.000m) - Madeira (Portogallo)*
7 luglio High Trail Vanoise (68 km +5.400 m) - Val d’Isere (Francia)
4 agosto Tromsø SkyRace (50 km +4.600 m) - Tromsø (Norvegia)
26 agosto Trofeo Kima (52 km +4.200 m) - Val Masino (Italia)*
16 settembre Salomon Glen Coe Skyline (55 km +4.746 m) - Kinlochleven (Gran Bretagna)
29 settembre Salomon Ultra Pirineu (110 km +6.800 m) - Bagà (Spagna)
6 ottobre Pirin Ultra SkyRace (66 km +4.200 m) - Bansko (Bulgaria)
*bonus race


Translagorai, trekking dell'anima

«La Translagorai è un'esperienza, una di quelle cose da fare una volta nella vita. La chiamano il Tibet in miniatura. Questo è uno di quei viaggi che consuetudine vuole si faccia in solitaria alla scoperta del nostro io interiore, più ardua la cosa se si è in ventisei, ma non impossibile». Sono le parole di Gaia Cappellini, una giovane ragazza della Val di Fiemme che ha preso parte al progetto di cittadinanza attiva Translagorai: il Docufilm a restituire il senso più profondo di cosa significa affrontare il trekking che attraversa la catena del Lagorai, in Trentino, una delle più ampie aree di natura selvaggia di tutte le Alpi. E su Skialper 114 di ottobre-novembre presentiamo il progetto e, naturalmente, questo bellissimo e selvaggio trekking.

IL DOCUFILM - Quattro agosto 2017. Ventisei persone si ritrovano a Passo Manghen. È un gruppo eterogeneo. Ci sono professori di liceo, ragazzi non ancora (per poco) maggiorenni e altri che sfiorano i 30 anni. Quasi nessuno si conosce. Eppure passeranno insieme tre giorni. Dormendo in tenda, trasportando pesanti zaini da venti chili, facendo gli attori per un giorno o i tecnici del suono. Ciak, si gira. Non ci sono effetti speciali, ma solo il grande palcoscenico naturale del Lagorai. «Translagorai: il docufilm è un progetto di cittadinanza attiva che coinvolge ragazzi e professionisti della Val di Fiemme: per coinvolgerli ho pensato di mettere insieme la montagna e il film, due elementi di interesse dei giovani» dice Federico Comini, psicologo e psicoterapeuta, anima del progetto. Un progetto ecologico, con pannelli solari per alimentare telecamere e drone e con la pesante strumentazione trasportata solo a spalla.

IL TREKKING - Ottanta chilometri attraversati da un sentiero con pochissimi rifugi lungo tutto il percorso, nessun paese, lo sguardo che difficilmente incontra un campanile o un borgo abitato, neppure in lontananza, e attraversato da un’unica strada, al Passo Manghen, che collega la Val di Fiemme con la Valsugana. Ottanta chilometri disabitati e desolati, ma a lungo popolati. Qui infatti l’uomo ha vissuto per cinquemila anni, dopo l’ultima glaciazione e poi durante la Grande Guerra, quando tutte le creste tra il Cauriol, il Colbricon e il Cavallazza furono teatro di battaglie violentissime con oltre duemila morti italiani e austriaci. E ora i resti delle fortificazioni e delle trincee sono ancora ben visibili, per esempio alla forcella di Litegosa, alla Ziolera, al Monte Cauriol o a Cima Cece.


Sabato e' il giorno del Valtellina Wine Trail

Quinta edizione della gara

Sabato appuntamento con la quinta edizione del Valtellina Wine Trail. Tre le distanze, tutte con arrivo in piazza Garibaldi a Sondrio. Nella marathon, da 42km con start da Tirano, occhi puntati sull’inglese dell’Alta Valtellina Phil Gale che dovrà vedersela con l’azzurro di trail running Christian Pizzatti. Attenzione pure al norvegese Hakon Uggerud e allo spagnolo Alfredo Gil Garcia. Al femminile coltivano sogni di gloria le francesi Katerina Havran, Celine Lafaye e la svizzera Laura Neuberger, oltre alla ‘local’ Lucia Moraschinelli.
Nella half marathon da 21 con partenza da Chiuro super favorito dei pronostici il campione europeo di mountain running Xavier Chevrier. Alle sue spalle bagarre per il podio vista la presenza di ottimi atleti del calibro di Matteo Bossetti, Graziano Zugnoni, Alessandro Gelmi, Andrea Morelli e Roberto Baccanelli. Combattuta pure la sfida in rosa con la svedese Johanna Öberg chiamata a guardarsi le spalle da Arianna Oregioni e Elisa Compagnoni.

PROGRAMMA - Un evento tutto da vivere e seguire con gruppi musicali a scandire il passo dei corridori e i bambini delle scuole a tifare ogni singolo trailer. Molti sono i luoghi caratteristici toccati dal Valtellina Wine Trail. Alcuni di essi, nel corso delle prime quattro edizioni, sono divenuti vero e proprio punto di ritrovo per centinaia di spettatori. Tra i più gettonati una menzione d’obbligo la meritano le varie cantine aperte per l’occasione, la Torre del li beli Miri a Teglio, il ponte sulla Val Fontana a Chiuro, la Santa Casa di Tresivio o Castel Grumello a Montagna in Valtellina. Vero e proprio punto di ritrovo è però la zona arrivo di piazza Garibaldi a Sondrio, dove da venerdì sarà operativo il truck Scott, main sponsor della manifestazione.


Raduno a Plateau Rosa della nazionale svizzera

Definite le date della Swiss Cup CAS

Raduno della Nazionale svizzera a Plateau Rosa, partendo da Zermatt. Come stanno gli elvetici lo abbiamo chiesto ad Oscar Angeloni, l’allenatore italiano confermato nello staff tecnico guidato da Bernhard Hug. «I test atletici hanno dato ottimi segnali sullo stato di forma della squadra. Questo è il primo test sulla neve: a parte Martin Anthamatten e Andreas Steindl, è la prima volta per il resto della squadra e dunque servirà soprattutto per riprendere confidenza. Ne faremo un secondo dal 13 novembre, sempre a Plateau Rosa, ma con campo base a Cervinia, allargato anche ai team giovanili. In quell’occasione faremo faremo un lavoro molto più mirato».
Sono sette gli atleti élite Martin Anthamatten, Iwan Arnold, Yannick Ecoeur, Werner Marti, Andreas Steindl, Jennifer Fiechter e Victoria Kreuzer, con sei Espoir Rémi Bonnet, Thomas Corthay, Arnaud Gasser, Pierre Mettan, Déborah Chiarello e Marianne Fatton. Per la prima tappa di Coppa del Mondo partiranno in undici, mentre per gli Europei sull’Etna qualche indicazione in più sulle convocazioni arriverà dalla prime gare della Swiss Cup CAS, i due campionati nazionali, quello del 6 gennaio a Veysonnaz con Barlouka’s Race che mette in palio i titoli nel vertical, e quello del 13 e 14 gennaio a Lenk con individuale e sprint.
Il CAS ha già fissato tutto il calendario della Coppa: sempre a gennaio ci saranno due individual, la  Davos Race il 21 e la Valerette Altiski il 27. Poi quattro prove a squadre: il 3 febbraio l’Alpiniski Les Marécottes, il 18 febbraio la Gastlosen, il 25 febbraio il Trophée des Paccots, mentre il 3 marzo spazio ai campionati nazionali a Les Diablerets. Il 18 marzo in programma il Disentis Trofea Pez Ault (che sarà individuale), mentre chiusura l’8 aprile con il Trophées du Muveran a squadre.


Comitato Veneto al lavoro allo Stelvio

In squadra anche gli Espoir

Settimana di lavoro allo Stelvio per la squadra di sci-alpinismo del Comitato Veneto. «Le condizioni del ghiacciaio sono perfette - spiega il tecnico Luca Palla, che durante la stagione sarà supportato anche da Gianluca Lorenzini - stiamo lavorando bene, soprattutto sulla tecnica. Ma ci ritroveremo ancora per migliorare altri aspetti. soprattutto sulla discesa». Un gruppo di una decina di atleti che fa campo base all’hotel Folgore. La scelta del responsabile dello sci alpinismo veneto Carlo Ceola è stata quella di un team ‘allargato’ che preveda anche la presenza degli Espoir in modo che possano ancora giocarsi le loro chance ad alto livello. Il gruppo più numeroso è quello degli Junior con Mattia Tanara (Sci CAI Schio), Alessandro Morandini (Bogn da nia), Olesia Ronzon (Skialp Valdobbiadene), Melanie Ploner (Bogn da nia), Giorgia Felicetti (Bogn da nia), Federico Presa (Sci CAI Schio) con Simone De Toni (Sci club La Valle) come osservato; due i Cadetti. Pietro Festini Purlan (Valpadola) e Matteo Sostizzo (Sci CAI Schio) e tre appunto gli Espoir, Elisa Presa (Sci CAI Schio), Enrico Loss (Skialp Valdobbiadene) e Fabio Pettinà (Sci CAI Schio).


UTMB e Tor des Geants, lo speciale di Skialper

Sul numero 114 la sezione Up & Down e' dedicata interamente alle due gare

Cosa si può scrivere che non sia già stato detto del Tor des Géants e, soprattutto, della UTMB, che nel 2017 ha vissuto la sua quindicesima edizione ed è stata l’ultra-trail del secolo per il livello pazzesco degli atleti al via, mai riscontrato in gare simili? È la domanda che ci siamo posti in redazione ripensando a tutte le emozioni, alla fatica, al freddo, ma anche alla gioia di due settimane intensissime e indimenticabili. Per celebrare questi eventi volevamo realizzare qualcosa di diverso. E per questo su Skialper 114 di ottobre-novembre trovate uno speciale di 32 pagine, la sezione Up & Down della rivista, interamente dedicato a UTMB e Tor des Géants.

INSEGUENDO KILIAN - l’idea ce l’ha data Kilian con quel suo video live dei primi otto chilometri dell’UTMB. Per la prima volta tutti hanno potuto vivere da dentro lo start con il più alto livello di adrenalina del mondo del trail. Ecco, perché non provare a raccontare i due eventi da dentro, dal punto di vista di chi li ha fatti, correndoli ma anche organizzandoli? Come sono state le gare dei top Kilian, François D’Haene e Núria Picas? Ma anche quelle di Yulia Baykova, alla prima cento miglia, o di Marco Zanchi, per una volta con l’obiettivo di arrivare al traguardo invece che di fare risultato, dopo una stagione tormentata? Come hanno vissuto le ore precedenti la gara, come si sono allenati, cosa hanno pensato e mangiato? Come gestisce un evento così grande come la UTMB una piccola società amatoriale del calibro della SIS di Genova, con atleti di vario livello al via ma non top runner? E come si traccia e si garantisce la sicurezza di quell’evento monstre che è il Tor? Che cosa si è sperimentato per rendere la gara valdostana una delle più ‘verdi’ al mondo? Che cosa è passato per la testa di Silvana Favre, la più giovane finisher della gara dei giganti e per quella di Alessandra Nicoletti, ‘madame Tor’? Uno speciale da non perdere, con anche gli interventi del dottor Massimo Massarini e di Pietro Trabucchi che hanno cercato di spiegare quali possono essere gli effetti sul fisico e sulla mente di una gara ultra.

NUOVE FIRME - Lo speciale Up & Down è stato l’occasione per dare il benvenuto ad alcune nuove firme, dallo scrittore Simone Sarasso a Pietro Trabucchi, psicologo dello sport e autore di libri su ultradistanze e psiche, a Roberta Orsenigo, ex nazionale di ultramaratona.


Ski-alp, tempo di aggiornamento per i giudici FISI

Sabato e domenica il settimo corso allo Stelvio

Si terrà sabato e domenica allo Stelvio il settimo corso di formazione e aggiornamento per giudici di gara della Fisi di scialpinismo al quale parteciperanno aspiranti giudici e giudici già in attività. Sotto la regia di Vittorio Romor, delegato nazionale, sabato mattina verranno simulati partenze ed arrivi di gara, con direzione tecnica di Stefano Mottini e Carlo Vettori.
Nel pomeriggio, alla presenza dei presidenti Fisi Franco Zecchini e Alberto Piccin, terranno relazioni Giovanni Marianti in tema di regolamenti federali, l’avvocato Flavio Saltarelli su responsabilità civili e penali connesse alle competizioni di skialp ed il colonello Marco Mosso sul nuovo regolamento tecnico per l’anno 2018. Domenica, prove di ricerca artva e di tracciatura percorso alle direttive di Francesco Valgoi e ancora di Stefano Mottini.


Svelata la nuova tuta degli azzurri

Karpos per il quinto anno fornitore della Nazionale

Il fornitore tecnico della Nazionale sarà per il quinto anno consecutivo Karpos. La nuova divisa degli azzurri è stata ‘svelata’ in occasione di FISI in Tour. Cambia un po’ la grafica, qualche dettaglio tecnico, ma la tuta Race resta quella vincente delle ultime stagioni. Prodotti nati e sviluppati per gli ski-alper: non a caso ’We are skimountaineers’ è il motto dell’azienda bellunese. Una tuta, quella degli azzurri, che va a catalogo per club e appassionati, ovviamente anche in colori diversi. Per la squadra la fornitura è completa, non solo per la gara, e da quest’anno le linee guide dettate dalla FISI sono adesso tassative anche per lo sci-alpinismo come per tutte le altre discipline: alla premiazioni bisogna presentarsi in un certo modo, alle presentazioni in un altro. Insomma massima professionalità in gara e fuori.


Ski-alp, torna la squadra AOC

Presentazione a Skipass di Modena

Torna la squadra di sci alpinismo del Comitato Alpi Occidentali: la presentazione ufficiale a Skipass di Modena. «Dopo un anno - spiega il responsabile piemontese Giorgio Colombo - siamo tornati ad allestire un team regionale. Una sorta di ricambio generazionale: con me a seguire la squadra ci saranno due ex-atleti del comitato che hanno superato la selezioni maestro, Erik Pettavino e Silvia Rivero». Un gruppo molto ‘cuneese’: vestiranno la divisa AOC Marco Alifredi (2000, Garessio), Filippo Bernardi (2003, Ski Team Valle Varaita), Tommaso Casanova (2000, Tre Rifugi), Matteo Mamino (2000, Tre Rifugi), Piero Talenti (1999, Ski AVIS Borgo Libertas), Giorgio Vinardi (1998, Nordico Valli di Lanzo) con due aggregati  Edoardo Cavallo (2000, Tre Rifugi) e Simone Rinaldi (1999, Valle Stura). «Sarà un anno di transizione - ancora Colombo - ci servirà soprattutto per fare esperienza. Faremo tutte le tappe di Coppa Italia, oltre ovviamente ai campionati italiani. In estate abbiamo lavorato bene, soprattutto sulla parte atletica, mentre la prossima settimana prenderemo confidenza con la neve con un raduno a Tignes». 

 


Alta style

La neve, da quelle parti, la chiamano cold smoke, perché è talmente leggera che sembra fumo congelato. E ne arriva tanta… Ad Alta, nello Utah (Stati Uniti), l’anno scorso l’asta graduata ha segnato circa 15 metri. Un sogno che si è trasformato in realtà per Federico Ravassard, che è stato nella località americana per Skialper proprio nel cuore della stagione e di una delle nevicate più copiose. Su Skialper 114 di ottobre-novembre pubblichiamo un ampio reportage per sognare a occhi aperti…

INCONTRI SPECIALI - Durante il soggiorno ad Alta, per vivere l’esperienza di una vacanza in questa località sciistica capitale del freeski ‘da local’, Federico ha incontrato e sciato con alcuni forti sciatori da powder americana come Julian Carr, Marcus Caston e Connery Lundin. Sono stati le migliori guide per disegnare fantastici otto nella neve fresca ed evoluzioni in stile freestyle nei kicker naturali dello Utah. «Il livello medio ad Alta è pazzesco - scrive Federico -. Sciano tutti benissimo, anche i vecchietti sotto la seggiovia vanno giù fluidi e sorridenti. E chi va forte, va forte davvero. Chi in Italia può reputarsi un discreto sciatore, qui non va oltre la media, che è una cosa bellissima perché fa capire veramente cosa vuol dire essere bravi a parole o sulla neve». Ad Alta si scia in ogni angolo. Si prende la seggiovia e qualcuno sceglie le piste, altri le mogul sotto l’impianto (che, anche quando non nevica, sono decisamente più soffici di quelle delle Alpi…). Insomma, Alta è prima di tutto una way of life!

SNOWBOARD VIETATI - Sembra incredibile ma ad Alta le tavole non sono ammesse, come a Deer Valley, sempre nello Utah, e a Mad River Glen, in Vermont. Nonostante il divieto ogni tanto qualche sparuto tavolaro lo si incontra. «Una pratica chiamata poaching: la disobbedienza civile formato invernale, insomma».


Mondiali 2018 di Skyrunning in Scozia

Appuntamento dal 13 al 15 settembre

I Mondiali di Skyrunning 2018 saranno ospitati dalla Scozia. Ad annunciarlo la ISF che comunica che a organizzarli sarà l’evento Skyline Scotland, dal 13 al 15 settembre, a Kinlochleven. Tre le gare in programma e i titoli, ai quali si aggiunge la combinata sky e vertical. Mille metri in cinque chilometri per il Salomon Mamores VK il 13 settembre, 4.300 in 65 km per il Salomon Ben Nevis Ultra del 14 settembre e 1.500 in 29 km per la Salomon Ring of Steall SkyRace del 15 settembre, che chiude il programma.


Kiprun Trail MT, running no problem

Negli ultimi anni Kalenji, il marchio running dell’universo Decathlon, si è distinto per l’evoluzione qualitativa delle proposte e la ricerca di soluzioni pratiche come la maglia Evolution, ideale per correre con climi freschi, quando appena partiti fa freddo e poi la percezione di caldo aumenta e puoi areare il corpo con tanti piccoli stratagemmi, oppure la t-shirt con cardiofrequenzimetro. Soluzioni proposte a prezzi concorrenziali. Non c’è dubbio però che l’immagine di un marchio running a 360 gradi e la reputazione la fanno le scarpe. Se nel running e nell’atletica il brand del colosso francese della distribuzione è ormai ampiamente diffuso e utilizzato da diversi atleti di livello (secondo le indagini di mercato interne Kalenji in Italia avrebbe una quota di mercato del 17% nel jogging/road running), il trail è una scoperta più recente (quota di mercato italiana stimata: 4%) nella quale però Kalenji crede molto. Per rimanere nel mondo nei numeri, il trail pesa per lo 0,3% sul fatturato di Decathlon Italia all’interno di un totale del 7% del segmento running.

KIPRUN TRAIL MT - Il top di gamma tra le scarpe da trail è Kiprun Trail MT, disponibile in versione maschile e femminile. Abbiamo avuto la possibilità di provarla ieri, insieme alle novità abbigliamento. Non sono sicuramente tra le scarpe più minimaliste, con una suola artigliata fin sul bordo e ‘cattiva’, chiodata 5 mm regolari, e un drop importante, di 10 millimetri. Le forme sono belle ampie e il peso dichiarato di 360 grammi, che è tra i più elevati della categoria. Questi sono i dati dichiarati e le prime sensazioni alla vista. Poi le metti, inizi a correre su un terreno moderatamente tecnico come quello di Montevecchia, in Brianza, disseminato però di insidiose foglie umide e fastidiosi sassi e ciottoli e sembrano scarpe molto diverse. Sono subito comode, leggere al piede nonostante il peso. Aiutano falcate tranquille e più veloci. C’è un mix equilibrato tra la rigidità della suola, che sostiene bene e filtra efficacemente le asperità dei terreni sassosi, e il cushioning graduale dell’intersuola. Il segreto, secondo quanto dichiarato dalla casa, è l’anello K-Ring, una piccola ciambella sotto il tallone. Non sappiamo se sia questo il motivo, ma sembra davvero di camminare su delle nuvolette. Davanti c’è spazio anche per le distanze ultra che gonfiano i piedi, però la conchiglia blocca bene il piede e il bumper in punta protegge nonostante una tomaia in rete leggera e (nel caldo di ottobre) fresca. Il piede ha agio ma, a differenza di altre scarpe dalla tomaia soft e le forme ampie, non balla fastidiosamente in discesa. La suola non ha mostrato incertezze su foglie, sottobosco e pietre asciutte e anche qualche chilometro di asfalto non è fastidioso, il drop non è invasivo. Il tallone oversize aiuta negli atterraggi. L’allacciatura è tradizionale e c’è un alloggiamento per riporre le stringhe ed evitare che si impiglino nel rovi. La stringatura fa il suo lavoro, anche se la struttura soffice può dare qualche fastidio se ben stretta su piedi con collo sensibile. Sono scarpe no problem, per arrivare in fondo al trail, che possono riservare sorprese anche a chi ha già macinato chilometri off-road. Da valutare naturalmente usura e grip su terreni più impegnativi. Non le abbiamo infatti provate su roccia bagnata e su fango, ma la suola sembra ben disegnata in funzione autopluenza. Kalenji Kiprun Trail MT è disponibile in una colorazione maschile e una femminile e costa 79,90 euro.

ABBIGLIAMENTO - I pant Baggy a compressione, per lui, puntano su un effetto contenimento abbastanza accentuato che all’inizio ad alcuni può sembrare anche troppo marcato e sono disponibili in tante varianti in base all’altezza. Dopo qualche passo il contenimento è piacevole soprattutto quando si inizia a sentire la stanchezza. Il tessuto del pantaloncino e del gambale sono piacevolmente leggeri. Una grande tasca frontale (per flask da 250 ml) con zip interna e un’altra per flask da 250 ml dietro, sempre con zip interna per riporre altro. Accanto al tascone posteriore due tasche a rete per i gel. La vestibilità a livello del cavallo è ben studiata. La maglia da trail a maniche lunghe ha inserti in rete laterali e sotto manica. Due taschini sul retro, ai lati, sono comodi per i gel. Completa il set il gilet antivento, leggero e con schiena in rete per una migliore traspirazione. Quando non serve, si ripiega in una tasca e può essere portato in mano o sul braccio grazie a un elastico. C’è una tasca Napoleone sul petto e tascone dietro con zip, per il cappello, i guanti o il manicotto. Non manca il collo alto e l’inserto rifrangente. Il gilet costa 19,99 euro, la maglia lo stesso prezzo e il pant 34.99.

ACCESSORI TRAIL - Non mancano la lampada frontale Run Light 250 (lumen) dal peso di 162 grammi, cintura e diversi zaini. La lampada è utilizzabile con un kit cintura toracica (con inserti riflettenti) e il fascio è orientabile verso il basso. Il corpo batteria (ricaricabile, autonomia massima a 250 lumen di 2,5 ore dichiarate) da posizionare sulla schiena ha tre led rossi lampeggianti per essere visti. La cintura permette di trasportare due borracce rigide (come il fondo della sede dove vengono riposte) da 250 ml e dispone di una grande tasca. È risultata molto aderente e perfettamente stabile, anche con le borracce piene. Il gilet vest da 5 litri e lo zaino da 14, anche in versione femminile, completano l’offerta trail. La cintura costa 17,99 euro, gli zaini/gilet 24,99 e la frontale 39,99 euro (esiste anche un modello entry price con batterie usa e getta e 100 lumen a 19,99 euro).


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