Dolomiti del Brenta dalla pancia del gruppo

Il racconto live del nostro collaboratore in gara

Se il buongiorno si vede dal mattino, questa gara ha avuto inizio nel migliore dei modi quando presentandomi all’accreditamento di venerdì sera mi sono ritrovato davanti Kilian ed Emelie. Penso di essere rimasto inebetito a fissarli per 10 secondi e non oso immaginare cos’abbiano pensato di me, ma mi hanno comunque concesso una foto sorridenti… da incorniciare! Sono rimasto altri 10 secondi a bocca aperta vedendo la Forsberg in infradito sulla neve con pochi gradi sopra lo zero, forse la settimana a Limone sul Garda con il team Salomon ha avuto i suoi effetti collaterali o quelli del Nord sono indubbiamente di un’altra pasta. Al briefing si vedono anche altri big e la mia curiosità per la sfida tra Eyda e Kilian cresce, se dovessi scommettere punterei sull’italiano. La descrizione del percorso e le foto non rendono giustizia a quello che si è poi visto in gara l’indomani. Forcelle e canalini, discese ripide e tecniche con passaggi spettacolari tra pareti rocciose. Anche se la giornata non è delle migliori l’ambiente è spettacolare e le temperature rimangono ottime. Dopo le famigerate inversioni della prima salita ci si butta in discesa dove, al cambio pelli, mi dicono che Eyda ha preso un minuto di vantaggio su Kilian e penso che forse avrei dovuto scommettere sul serio. Durante la seconda salita mi si forma un fastidioso zoccolo, colpa della neve bagnata in basso e di una leggerissima nevicata che, se non altro, rende l’ambiente ancora più suggestivo e mi regala una seconda discesa in powder nell’ultima parte del canale. La terza salita e la discesa che portano al traguardo stonano un pochino con il resto del percorso, ma poco importa… in qualche modo bisogna rientrare da quel mondo di dolomia! Sulla linea di arrivo mi dicono che ha vinto Eyda e anche se sono contento per lui avrei preferito vedere Kilian sul gradino più alto del podio, se non altro per non doverlo giustificare con la mia ragazza che ormai annoiata dai miei racconti sul fenomeno pensa che il catalano sia Superman… forse posso dirle che questa volta ha dimenticato il mantello rosso a Limone sul Garda. 

 

Appello per uno ski-alp 'responsabile'

Gli amanti dello sport nella natura non sempre la rispettano

Da bambino avevo un poster in camera, era il disegno di due biciclette appoggiate ad un albero in mezzo a un prato e recitava: “lo sport è salute”. Il messaggio era chiaro, ma nella mia testa quell’albero e quel prato allargavano il significato della frase che per me era diventata: “lo sport in natura è salute”. Da allora la mia concezione è sempre stata quella, sport e natura sono diventati un connubio indissolubile, quasi come se le biciclette senza l’albero non potessero esistere. Capisco benissimo che non sia così per tutti, ma ho sempre pensato, un po’ ingenuamente, che chi frequenta la montagna lo faccia con questo spirito. Se una persona fa tutta quella fatica fisica nell’andar per monti sicuramente gli deve piacere e se una cosa ti piace tendenzialmente la rispetti. Purtroppo crescendo mi sono dovuto ricredere e da quando ho iniziato a fare gare di scialpinismo ho potuto constatare che il rispetto per la natura non è un valore così generalizzato. Mi è sempre capitato di trovare lungo il percorso carte di gel energetici o pezzi di nastro usati per qualche rattoppo. Fortunatamente sono tutti comportamenti puniti dal regolamento, ma sembra che questo non sia sufficiente e ovviamente non è possibile controllare gli atleti lungo tutto il percorso di gara. Dovrebbe essere la sensibilità di ognuno a dettare la semplice regola di infilarsi le carte in una delle innumerevoli tasche di cui sono dotati zaini e tutine. Non credo che quei pochi grammi possano fare la differenza di una prestazione e non credo neanche che il fatto di essere in gara giustifichi comportamenti irrispettosi di un ambiente e di una natura che tanto ci regalano. Questo è un semplice appello a tutti gli atleti che sono sicuro amano questo sport e le montagne, un appello per appesantire di un nulla i loro zaini e alleggerire le loro coscienze, per poter dire serenamente che “lo sport è salute” e che questo è vero anche per l’ambiente.
 


Corsi e Trisconi si impongono nella Devero Ski Alp

Primo resoconto 'live' di un nostro nuovo collaboratore: Matias Lindner

Splendida 9° edizione di una gara, da quest’anno Memorial Mario Merelli, che nel tempo ha subito varie vicissitudini, ma che vuole tornare e diventare grande, e ne ha tutte le ragioni. Il percorso di gara, a tratti tecnico viste le condizioni della neve, si sviluppava tra i piani della Rossa, lo Stange e il Pizzo Bandiera, con un dislivello di 1.450 metri per Senior e Master e di 700 m per la categoria Giovani. A vincere sono stati l’abruzzese Andrea Corsi e il cusiano Stefano Trisconi, seguiti dal team elvetico Biffiger-Zenklusen e da Deini-Darioli. Tra le donne vittoria della coppia Gisella Bendotti-Giulia Tosi che precedono il duo Barbuto-Astori e Mancini-Cerlini. Nella speciale classifica under 18 primeggiano Marcello Ugazio e Alessia Re. La lotta per i punti di questo interessante International Ski Tour continuerà il prossimo venerdì 1 febbraio con la 4° tappa del circuito. E’ confermata, infatti, la “Mottarone Moon Ski Alp”, gara a staffetta in notturna che si svolge in uno dei punti più panoramici sul lago Maggiore.