Il Mondiale in Alpago e’ stato un successo
Quando ci sono ‘good news’ bisogna scriverle. Quando le cose funzionano bisogna dirlo. I Mondiali in Alpago sono andati bene. Come ci ha detto un atleta, meglio andare a gareggiare dove ci conoscono e soprattutto conoscono la nostra fatica che in posti dove ci guardano con la puzza sotto il naso. Tambre non è Cortina (per rimanere in provincia), ma la passione per lo ski-alp è vera e autentica. Domenica c’era la fila a salire in Val Salatis a vedere la gara a squadre, ma quanti in più ci sarebbero stati se la neve fosse caduta e l’arrivo fosse stato in paese, come per la Transcavallo? Il piano B alla fine ha funzionato lo stesso, ma la zona di partenza e arrivo era in quota, servita da una strada stretta, nel tratto finale anche innevata. Un servizio navetta c’era ma era impossibile immaginarlo per tutti: non si sarebbe neppure stato lo spazio per fare manovra per tornare giù per tanti mezzi. Ma in tanti sono saliti lo stesso, i più sci e pelli caricati sullo zaino, molti solo con le scarpette da trekking. E anche in quota hanno trovato quello che avrebbero trovato a Tambre: dopo la lunga strada che era il primo tratto di gara c’era gonfiabili e prodotti del territorio per rifocillarsi. Anche i gadget degli sponsor da ritirare in paese. Addirittura un deejay che metteva musica, alternandosi con lo speaker che aggiornava sull’andamento della gara. Il sole poi ha reso tutto più godibile. 200 e più volontari sul percorso, alla fine con partenza e arrivo sci ai piedi. In una zona dove di neve davvero ne hanno vista poca in quest’inverno.
Il centro di Tambre è chiuso al traffico nei giorni dei Mondiali: c’è il village delle aziende a fianco della chiesa, c’è il palco montato per le premiazioni davanti al Comune. Fiocchi e bandiere sui balconi delle case. Tanti bimbi. Sarebbe successo lo stesso a Cortina? Insomma, c’è ancora Piancavallo, ma arrivederci Tambre…