A fine settembre ci sarà il nuovo presidente della ISMF. Presidente che non sarà più Armando Mariotta che, dopo due mandati alla guida della federazione internazionale dello scialpinismo, non potrà più candidarsi, ‘da statuto’.
Otto anni alla guida della ISMF, un bilancio?
«Non dovrei farlo io, ma mi ritengo molto soddisfatto. Per il riconoscimento del CIO, l’approdo alle Olimpiadi giovanili il prossimo anno, e ancora la Coppa del Mondo che quasi non esisteva e che ora ha una buona rilevanza internazionale e soprattutto con un format unico come le altre discipline invernali. Senza dimenticare che lo skialp adesso è in pianta stabile ai Mondiali Militari e ai World Master Winter Games. Ma ci metterei dentro anche il controllo antidoping, l’evoluzione dei regolamenti, il sistema di cronometraggio».
Però lo ski-alp in Cina alle Olimpiadi non c’è, e in Coppa del Mondo, e ci aggiungerei anche i Mondiali, spesso ci sono state gare non all’altezza.
«Partiamo da Giochi in Cina. Ci abbiamo provato, siamo stati in più occasioni dagli organizzatori cinesi, ma la risposta è stata quella che per quell’appuntamento non c’era il via libera del CIO. Adesso pensiamo al 2026. Dico pensiamo perché l’attuale consiglio dovrà fare le prime mosse già dopo la scelta della sede a fine giugno a Losanna. Abbiamo avuto contatti con entrambi gli organizzatori, ma anche qui il CIO ci ha detto di aspettare. Una volta decisa la location del 2026, dovremo muoverci.
Per quanto riguarda la Coppa del Mondo bisogna fare una precisazione: non è l’ISMF che decide i luoghi, ma sono le federazioni nazionali che indicano la località; a me sarebbe piaciuto andare a Courchevel, ma se i francesi ci indicano Puy-St. Vincent o Super Devoluy, andremo lì.
Noi abbiamo fatto il possibile per far capire alle stazioni che la Coppa del Mondo era un prodotto in più da offrire e non un peso: sopralluoghi in estate, riunioni; credo che spesso ci siamo riusciti, altre volte forse meno. Nell’ultima edizione della Coppa siamo arrivati a sei tappe, con tutte le gare disputate e con grandi risultati. E le finali a Madonna di Campiglio direi che si sono concluse con un grande successo organizzativo.
Agli ultimi Mondiali, poi il maltempo l’ha fatta da padrone e comunque non abbiamo annullato nessuna gara. Resta, comunque, un altro aspetto. Piaccia o meno, il nostro format di gare è questo: dobbiamo avere partenza e arrivo vicino alla piste».
La sensazione è quella che lo skialp, però, non sia decollato, come per esempio il biathlon.
«Abbiamo fatto una scelta con il nostro partner Infront: prima, iniziare una diffusione attraverso le televisioni per raggiungere il grande pubblico e poi lavorare sui canali social dove c’è una presenza ovviamente dei più appassionati. Non avevamo le dirette, ma il nostro magazine è andato a milioni di spettatori, Thailandia compresa. Ripeto, è un progetto a lungo termine, e non è facile da conseguire in breve tempo, ma siamo soddisfatti dei risultati raggiunti».
Capitolo LGC, perché questa divisione?
«Non l’ho vissuta bene, anche perché non ho condiviso la loro scelta. Abbiamo sempre cercato di mantenere il mese di marzo ‘libero’ dalla Coppa del Mondo, il sistema del ranking credo fosse un bel compromesso. Per i Mondiali, però, non avevamo altra scelta che su quella data. Lo abbiamo comunicato a settembre, chiedendo alla Pierra Menta di cambiare i giorni di gara. Non è stato fatto e di conseguenza si è perso tutto quello che avevamo fatto insieme prima. Mi auguro che si possa ricucire in futuro, perché questo è un danno per il nostro sport. Sempre considerando che sono due format diversi, ma alla fine credo che sia sempre ski-alp e che gli atleti siano gli stessi».
Cosa farà Mariotta in futuro?
«Ho già detto che non accetterò incarichi politici, piuttosto se lo vorranno, darò una mano a livello operativo. Altrimenti andrò a vedere le gare, spero quelle dei Giochi del 2026».