Intervista a quattro giorni dalla gara
Allora Denis che effetto ti ha fatto guidare l’Esercito da Cervinia a Plateau?
«La difficoltà più grossa per me è stata quella di non poter far scorrere le pelli come mi è solito su nevi meno dure e trasformate.
Poi non mi sarei aspettato che la squadra di Pedrini salisse così forte e così sono arrivato sul muro del Ventina veramente in agitazione: ho perso qualche passo e alla fine ho dovuto mollare la linea di massima pendenza, in quel momento i primi si sono avvantaggiati.»
Quando la tua ragazza ti ha affiancato per chiederti come andava non hai fatto nessuna reazione, ci siamo preoccupati.
«In realtà non avevo nulla da rispondere e nemmeno la forza per farlo. Fortunatamente di lì in avanti è passato a tirare Matteo e il ritmo è subito cambiato. Non è che mi sia ripreso più di tanto: diciamo che un po’ Manny e un po’ Teo mi hanno tiracchiato e portato gli sci sul Castore: in questo modo sono riuscito ad arrivare a Gressoney… In realtà questa gara, quando si arriva in quota, la patisco proprio tanto e per me anche questa volta è stata una via crucis.»
Dov’è che avete superato Pedrini e compagni?
«La prima volta nella discesa verso il Passo di Verra: grazie alle nostre buone attitudini a sciare legati li abbiamo infilati a velocità doppia.
Poi ci hanno riacchiappati sul Castore: in discesa a piedi Matteo ha perso due volte i ramponi e così loro si sono di nuovo avvantaggiati.
Il sorpasso definitivo è avvenuto sul Ghiacciaio del Felik: uno di loro è caduto e si sono ingrovigliati nelle corde e noi li abbiamo infilati…»
Adesso puoi finalmente riposare.
«Ma mica tanto: fra due settimane ho l’esame da aspirante guida su roccia e diciamo che non sono allenatissimo»
Allora tanti auguri e complimenti per questa tua favolosa stagione.