E l'Adamello e' ritornato deserto, bianco, ripulito da ogni traccia

Riceviamo il comunicato di Alessandro Mottinelli che pubblichiamo con piacere. A seguire un commento.

COMUNICATO UFFICIALE DEL COMITATO ORGANIZZATORE DELL’ADAMELLO SKI RAID

Lo spirito sportivo che ci ha spinto ad organizzare l’Adamello Ski Raid ci ha insegnato ad applaudire i vincitori, a complimentarci con gli atleti che hanno raggiunto il traguardo di Ponte di Legno e soprattutto a rispettare tutti i concorrenti che si sono presentati al via di una competizione tanto impegnativa.

Ci dispiace che tante squadre siano state fermate ai cancelli orari, credeteci, in questi mesi abbiamo a lungo discusso sui dettagli tecnici del percorso ponendo sempre al centro dell’attenzione l’aspetto agonistico e quello della sicurezza.

L’Adamello Ski Raid non è stato pensato solo per i grandi campioni, lo scopo della gara è quello di avvicinare tanta gente allo sci alpinismo agonistico e di far conoscere ad un pubblico sempre più vasto le nostre montagne.
Siamo un team molto affiatato, credo che tutti voi l’abbiate potuto vedere ed apprezzare. 
Ci fa piacere che si sia acceso un dibattito nel post gara, ne terremo conto per continuare a migliorare. Il tavolo di lavoro della quinta edizione è già aperto, stiamo valutando le opportune modifiche per presentarci a testa alta nel 2015.

Grazie a tutti voi concorrenti:  primi, ultimi e fermati ai cancelli, per averci regalato una bellissima giornata di sport a Ponte di Legno. Grazie a tutti quelli che, domenica, nonostante le condizioni meteo non fossero favorevoli, hanno permesso il regolare svolgimento della competizione.

L’Adamello ora è di nuovo bianco, ripulito da ogni traccia della gara.

Arrivederci alla prossima edizione.

            Presidente Comitato Organizzatore  Adamello Ski Raid       
                                     Alessandro Mottinelli  

Un’edizione epica del grande raid sull’Adamello si è conclusa felicemente, nonostante condizioni ambientali difficili. Un apparato organizzativo impressionante per quantità e soprattutto qualità ha permesso ciò che, in mancanza di questa condizione, sarebbe stato impensabile.
L’alta montagna non è imbrigliabile in regole e previsioni, e quando mutano le condizioni la prima regola da seguire è: tornare a casa tutti, in buona salute, possibilmente contenti.

Forse anche tempi diversi ai cancelli, compreso quello per il Passo degli Inglesi, avrebbero funzionato e forse non sarebbe successo nulla. Ma anche così moltissime squadre sono transitate nella bassa val Sozzine, la zona più esposta di tutto il percorso, in orari critici. E gli uomini dell’organizzazione sono rimasti sul percorso ben oltre tali limiti.
Come in alpinismo bisogna saper rinunciare, anche in certe gare di scialpinismo in cui la componente alpinistica è presente con quota e pericoli oggettivi, bisogna saper accettare che possa andar male.

In non pochi casi bisogna anche farsi un esame di coscienza completo sull’effettiva adeguatezza della propria preparazione, o della condotta di gara, rispetto a un impegno di questa portata: di cui gli imprevisti sono parte integrante a tutti gli effetti, esattamente come in alpinismo, e andrebbero messi nel conto preparandosi un ulteriore margine.  
Ormai da anni bisogna saper inserire nei calcoli anche fattori in più come gli imbottigliamenti, per esempio, e saper sopportare partenze veloci per evitarli.

In un certo senso anche questi sono elementi che rendono uniche e affascinanti le gare in quota, per quanto duri da accettare. Non è la prima volta, non sarà l’ultima.
Altrimenti resterebbero uguali a tutte le altre con happy end garantita, e non desterebbero tutta questa emozione.