Dove osano i condor

Capitiamo a Cormòns il giorno in cui tutti i TG ripetono il nome di questo paese tra Udine e il confine sloveno, perché oggi lo ha lasciato per sempre il suo cittadino più conosciuto, Bruno Pizzul. Un friulano di confine DOC Pizzul, tono nasale e una cadenza lenta d’altri tempi, ma soprattutto una compostezza che oggi sarebbe pura eleganza, in un mondo urlante. Il Collio, zona di vini fantastici e filari tra le colline, ma non siamo qui per una gita enogastronomica (per ora). Siamo venuti a conoscere di persona Paolo Vinzi, nostro storico lettore, che casualmente è anche titolare di un negozio diventato il primo Skialper Point del Friuli Venezia Giulia: El Condor Sport. Qui attorno la gente campa perlopiù grazie al vino oppure deve fare chilometri per trovare impiego sulla costa, cantieri di Monfalcone e dintorni, per cui vogliamo sapere come gli è venuta questa attitudine alle pelli e agli zaini. «Lavoravo come impiegato ufficio acquisti qua vicino – sbuffa Paolo – ma non era il mio, come si dice. Avevo però 26 anni e una buona dose di incoscienza, così, di punto in bianco, abbiamo aperto. Era il 1992 e mi davano del matto, in piena crisi finanziaria, l’anno del crollo della Lira italiana e noi che facciamo? Noi… via che si parte con un negozio di sport, dal nulla. Nubi nere all’orizzonte. E invece abbiamo fatto bene perché, pur tra alti e bassi “la stiamo portando a casa”, ma soprattutto faccio ciò che mi appassiona».

A proposito di passioni da condividere, Paolo approfitta di questa chiacchierata per invitare i lettori di Skialper a Nevée Black Test, un raduno che dura un weekend ideato da El Condor e giunto alla settima edizione, dal 14 al 16 marzo 2025: si inizia con La Notte del Condor, cioè una risalita notturna da Sella Nevea al Rifugio Gilberti, dove una griglia incandescente sfamerà tutti, poi dall’alba test materiali con o senza accompagnamento di guida alpina e serata DJ Set. Per due giorni si potranno testare Black Crows e Faction, oltre a scarponi Tecnica e La Sportiva.

« Nevée Black Test – ci spiega Paolo – è stata un’idea mia e di Enrico Mosetti, che tuttora collabora. Volevamo far conoscere meglio il marchio Black Crows, così abbiamo pensato a una tre giorni di prove sul campo, in autonomia ma in collaborazione col Rifugio Gilberti, a 1850 mt sopra Sella Nevea (UD). Anno dopo anno è diventata una cosa grossa, anche se permane un clima generale molto rilassato, con decine di amici, perchè dopo anni i clienti si possono anche chiamare così, dai. Ti dico solo che il Gin Tonic che circola lì è stato ribattezzato Gin Tuonic».

Ad aiutare in negozio c’è Irena (che, sotto Natale, diventa per tutti IrenNa, ci dice Paolo, tanto per farci capire che aria tira lì dentro alla voce goliardìa). In realtà, ci confessa, è la persona più seria fra tutti loro nella gestione delle robe pratiche, e per fortuna che spesso li mette in riga, lo dice il boss. Poi c’è Giacomo, che pratica qualsiasi sport outdoor estivo e invernale e sa disquisire di ogni argomento sul tema. Irena e Giacomo parlano anche sloveno, Paolo si arrangia. Un trio che meglio non si può, dice che non potrebbe mai lavorare con qualcuno con cui non si sentisse in sintonia, ma questo già dopo mezz’ora lo avevamo capito da soli. Un’amalgama perfetto perché il ruolo del titolare, in ogni attività, prevede di impegnarsi per qualche ora nella veste di showman, mettendo da parte preoccupazioni e contabilità. Anche Paolo è un friulano di confine stampato (qui tutti hanno avi sloveni), cioè allegro ma diretto, schietto, e le migliaia di scialpinisti transitati da El Condor sono tornati soprattutto per questo. Altra cosa che capiamo subito dopo qualche parola coi clienti di passaggio è che l’aver resistito tanti anni alle ricorrenti crisi economiche, alle mode che cambiano, alle sirene che ti attirano verso altre sponde, ha fatto sì che, in ambito regionale, El Condor Sport sia una specie di “Highlander, ne resterà soltanto uno”. Oltretutto, come accade ai superstiti, più vedeva desistere i colleghi nelle altre provincie friulane, più teneva duro e si rafforzava di carattere. Ma non è stato affatto gratis. Quante sere si è messo al volante, dopo la chiusura, e ha macinato chilometri per andare nelle sezioni CAI regionali a tenere mini-corsi: ragazzi, vi piace più salire o scendere? Sci largo o stretto? Ecco i materiali che fanno per voi, non comprate roba inutile, ci vuole questo poi questo e quest’altro.

Oggi si può dire che in quest’angolo delle Alpi resta di fatto l’unico centro che si occupa profondamente di scialpinismo, laboratorio compreso ovviamente, per cui i clienti arrivano da tutto il Friuli, dal Veneto e non pochi da Bolzano. E sfatiamo un altra credenza: si accusa spesso il commercio online di svendere o di snaturare i rapporti personali, in realtà per El Condor non rappresenta un problema, anzi, visto che il passaparola sulla sua professionalità è arrivato fino in Centro Italia, più d’uno ha curiosato sul suo sito, poi ha chiamato, fatto domande a raffica, e alla fine acquistato, ma il prezzo era l’ultimo dei fattori in gioco. In seguito, Paolo non ti preavverte, ma quando ti arriva la scatola con l’ordine, dentro ci trovi un omaggio serio: una bottiglia di bianco sloveno di Pulec, viticoltore con filari e cantina appena oltre confine che lavora con cura, la stessa che ci mette El Condor nel proprio mondo. Tutti quelli che la ricevono richiamano, sorpresi, per ringraziare, e dell’attrezzatura non parlano nemmeno.

Da queste parti si lavora così.

Come disse Bruno Pizzul in una telecronaca che le radio ripetono in continuazione mentre torniamo in redazione: l’ala è volata sulla fascia, l’azione è stata davvero pregevole.

Magari era l’ala di un condor.

EL CONDOR SPORT

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