Lo abbiamo intervistato per capire i motivi della stagione deludente
Da protagonista atteso ad autentico ‘desaparecidos’. Questa è stata la parabola di Damiano Lenzi nell’ultima stagione agonistica dello scialpinismo. L’atleta ossolano del Centro Sportivo Esercito, infatti, non è mai riuscito a trovare la condizione per scaricare sulla neve i cavalli di cui è dotato il suo potente motore. La spiegazione ce l’ha data lui stesso. «Credo per una questione di overtraining. Sono arrivato ‘cotto’ già a inizio stagione, avevo esagerato con i carichi e non andavo più avanti. Nelle prime gare sono riuscito a tener duro per orgoglio, faticando come un pazzo, poi non ce la facevo più e anche il morale mi ha via via abbandonato». Stagione da dimenticare, dunque. «Prendiamo il lato positivo, ho imparato una lezione. Ero abituato a carichi di lavoro pesanti quando facevo il fondista, poi dopo un paio di stagioni ‘fai da te’ quando ho ricominciato a fare il professionista probabilmente avrei dovuto dosare di più l’allenamento. Ma avevo tempo, voglia e entusiasmo e ho provato a bruciare le tappe». In tutto questo anche una sospetta mononucleosi. Insomma, una stagione da dimenticare per Damiano. «A fine marzo ho mollato con le gare e ho iniziato un periodo di scarico. Ora sto bene, ho ricominciato ad allenarmi, sto pedalando e correndo. A luglio, se mi sentirò a posto, mi iscriverò a qualche skyrunning, ma senza esagerare». Il 18 giugno, intanto, l’Esercito ricomincerà con i raduni che avranno cadenza abbastanza regolare, ogni due settimane. Lezione imparata? A giudicare dalle sue parole sembrerebbe di sì. Questo vorrebbe dire per lo ski-alp azzurro ritrovare un protagonista per la prossima stagione invernale.