Gli amanti dello sport nella natura non sempre la rispettano
Da bambino avevo un poster in camera, era il disegno di due biciclette appoggiate ad un albero in mezzo a un prato e recitava: “lo sport è salute”. Il messaggio era chiaro, ma nella mia testa quell’albero e quel prato allargavano il significato della frase che per me era diventata: “lo sport in natura è salute”. Da allora la mia concezione è sempre stata quella, sport e natura sono diventati un connubio indissolubile, quasi come se le biciclette senza l’albero non potessero esistere. Capisco benissimo che non sia così per tutti, ma ho sempre pensato, un po’ ingenuamente, che chi frequenta la montagna lo faccia con questo spirito. Se una persona fa tutta quella fatica fisica nell’andar per monti sicuramente gli deve piacere e se una cosa ti piace tendenzialmente la rispetti. Purtroppo crescendo mi sono dovuto ricredere e da quando ho iniziato a fare gare di scialpinismo ho potuto constatare che il rispetto per la natura non è un valore così generalizzato. Mi è sempre capitato di trovare lungo il percorso carte di gel energetici o pezzi di nastro usati per qualche rattoppo. Fortunatamente sono tutti comportamenti puniti dal regolamento, ma sembra che questo non sia sufficiente e ovviamente non è possibile controllare gli atleti lungo tutto il percorso di gara. Dovrebbe essere la sensibilità di ognuno a dettare la semplice regola di infilarsi le carte in una delle innumerevoli tasche di cui sono dotati zaini e tutine. Non credo che quei pochi grammi possano fare la differenza di una prestazione e non credo neanche che il fatto di essere in gara giustifichi comportamenti irrispettosi di un ambiente e di una natura che tanto ci regalano. Questo è un semplice appello a tutti gli atleti che sono sicuro amano questo sport e le montagne, un appello per appesantire di un nulla i loro zaini e alleggerire le loro coscienze, per poter dire serenamente che “lo sport è salute” e che questo è vero anche per l’ambiente.