L'eccezionale lavoro di Sepp Chenetti

A ottobre sembrava un po’ una cosa improvvisata ma poi i tre moschettieri hanno lavorato alla grande per seguire le tabelle personalizzate elaborate dal nostro supertecnico.
I risultati si sono visti in gara: purtroppo all’ultimo c’è stata la rinuncia di Luigi Cocito sostituito da Philippe Blanc che si è trovato molto bene ai ritmi dei due Andrea.
Al passaggio a Plateau erano addirittura ottavi giusto davanti alla squadra dei Pasini poi sembra che nell’ultima discesa il Blanc abbia dovuto percorrere tutta la tratta con uno scarpone che non si bloccava più e così qualche posizione se ne è andata. Piena soddisfazione comunque per il tempo di 4.39 e per la dodicesima piazza.
Ne abbiamo approfittato per fare alcune domande al Sepp che è stato informato telefonicamente delle performances dei suoi atleti.

Sepp, il Basolo sostanzialmente ha fatto un miglioramento del 20% rispetto all’edizione precedente, a cos’è dovuto questo?
«Andrea ha seguito alla lettera la programmazione, ha sempre tenuto i diari del lavoro svolto e in questo modo ha potuto godere al massimo dei suoi benefici. L’altro Andrea, per motivi di lavoro, l’ho sentito di meno ma probabilmente anche lui ha seguito quanto programmato.»

Su cosa si basa il tuo metodo?
«Innanzitutto su un programma personalizzato che tenga conto delle carenze dell’atleta e poi sul saper combinare di volta in volta nella giusta sequenza il lavoro di resistenza con quello di forza. Sarebbe comunque troppo lungo spiegare il mio metodo. Comunque non ho inventato nulla di nuovo: esiste una fitta letteratura in materia a disposizione di tutti. L’importante è l’essere convinti dei metodi impostati affinché anche l’atleta lo sia.»

Questo è un grande successo per il tuo lavoro che va ad allinearsi con le medaglie di Torino 2006, l’exploit di Pittin quest’inverno che segue alla lettera i metodi Chenetti e poi per finire i moschettieri al Mezzalama.
«Sì, ho avuto grandi soddisfazioni anche se non so perché qualcuno mi rema contro…»
Sepp, è normale che una persona che vale susciti invidie e gelosie che possono portare a situazioni spiacevoli.

Ma se Basolo ha migliorato del 20%, se tu prendessi uno degli ultimi, allora lo faresti migliorare del 50 e più…
«Di sicuro, su questo non ci sono dubbi: è far migliorare gli atleti di vertice che è più difficile…»

In ogni caso basta un 1% che già si rischia di passare da secondi a primi…
«Questo è sicuramente possibile.»

Come gestirai le richieste di programmi che sicuramente ti pioveranno?
«Io ho fatto questo per la rivista ma non sarei in grado di farlo per altri: gli appassionati devono capire che non esiste un programma che si adatta a tutti. Il tutto si basa sulla conoscenza dell’atleta e delle sue potenzialità, delle sue carenze e delle sue caratteristiche, di qui in avanti si può iniziare a lavorare ritoccando di volta in volta il lavoro fino a centrare quello più congeniale.»

Mezzalama che passa agli archivi con tutte le sue storie di allenamenti duri, quasi da professionisti, che non sempre hanno dato i risultati aspettati.